Ad Aliano, piccolo centro della Basilicata interna in cui fu confinato Carlo Levi, è in atto dagli anni Settanta un processo di lenta patrimonializzazione letteraria che continua a produrre effetti e mutamenti. I luoghi vincolati alla permanenza dell’intellettuale torinese e al suo Cristo si è fermato a Eboli sono divenuti ancoraggi di memoria collettiva, le sue parole sono entrate a far parte delle narrazioni locali ed hanno innescato, insieme alla sua pittura, un processo di artificazione che si manifesta in molti ambiti della vita quotidiana del paese e dei suoi abitanti. Nell’articolo si mettono in evidenza le fasi che hanno portato alla situazione attuale e si traccia il percorso che ha permesso la realizzazione del Parco Letterario Carlo Levi, creato nei primi anni del Duemila, ente che si occupa della gestione dell’eredità leviana, facendo della letteratura il prisma attraverso il quale guardare ed interpretare una realtà in cui non sempre si vedono soddisfatte le esigenze patrimoniali della comunità