Mariarosaria De Simone

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Ricerche di Pedagogia e Didattica – Journal of Theories and Research in Education 12, 3 (2017).  ISSN 1970-2221 Eduardo Lupia, Maria Miraglia, Stefania Nardone, Rossella Sorbo, Il risentimento della mula: Racconti e strumenti per l’indagine filosofica, Napoli, Liguori Editore, 2011 – Recensione di Mariarosaria De Si-mone   169    Eduardo Lupia, Maria Miraglia, Stefania Nardone, Rossella Sorbo, Il risentimento della mula: Racconti e strumenti per l’indagine filosofica, Napoli, Liguori Editore, 2011      Recensione di Mariarosaria De Simone Università di Napoli “Federico II”   Gli autori, nel presente volume, hanno voluto riportare la raccolta, ricavata dal-le proprie esperienze formative, di testi narrativi e di materiale costruiti sull’esempio dei racconti e dei manuali del curriculo della Philosophy for Children, nello specifico secondo il modello della community of philosophical inquiry di M. Lipman. Tale modello prevede la strutturazione di narrazioni, idee-guida con i connessi piani di discussione ed esercizi specificatamente realizzati al fine di stimo-lare ed accompagnare, in diversi contesti educativi e formativi, un processo di in-dagine filosofica, affrontando alcune tematiche di particolare interesse per adole-scenti e giovani adulti, quali, ad esempio, il rapporto tra bios e logos, o tra le parole e le cose, l’esperienza estetica e l’idea del bello, la vita e la morte, l’amore. Fondamentale, al fine di chiarire il framework teorico-metodologico delle espe-rienze riportate, è l’introduzione a cura di Striano, Cosentino ed Oliverio. A cominciare dallo specificare il modo in cui tutte le forme di scrittura filosofi-ca occidentale si caratterizzino come «rappresentazioni, trascrizioni dell’articolarsi e dell’avventurarsi del pensiero alla ricerca del senso, attraverso una molteplicità di itinerari e di percorsi e con il supporto di una varietà di strumenti, che ne facilitano il percorso e sostengono il lavoro di ricerca» (Striano in Lupia, Miraglia, Nardone, Sorbo, 2011, pos. 24-25). Questo modo di intendere la scrittura filosofica rinvia ad una prospettiva ‘zete-tica’, cara agli Scettici, che evidenzia, anche grazie alle lezioni kantiane, un tipo di filosofia non compiuta e definita, e che si caratterizza in un continuo processo di ricerca sostenuto da un proprio metodo euristico.  Ricerche di Pedagogia e Didattica – Journal of Theories and Research in Education 12, 3 (2017).  ISSN 1970-2221 Eduardo Lupia, Maria Miraglia, Stefania Nardone, Rossella Sorbo, Il risentimento della mula: Racconti e strumenti per l’indagine filosofica, Napoli, Liguori Editore, 2011 – Recensione di Mariarosaria De Si-mone   170 Il Laboratorio strutturato secondo il modello di Lipman utilizzato dagli autori ha avuto in prima istanza l’obiettivo di esplorare i testi della tradizione filosofica «nella loro funzione di ‘motivi’e di spunti per la ricerca di senso, in seconda istanza di realizzare testi e ‘pretesti’ per attivare e sostenere processi di indagine filosofica attraverso cui bambini, adolescenti, adulti possano imparare a pensare attraverso la pratica dell’indagine filosofica» (idem, pos. 32-33). In questo tipo di curricolo i testi narrativi sono costruiti per avviare essenzial-mente un percorso euristico sia a livello interindividuale che intra-individuale rap-presentando, secondo la grande lezione deweyana, «una forma d'indagine emer-gente da un tessuto esperienziale e stimolata da ambiguità, dubbi, interrogativi col-locati all’interno di situazioni di vita quotidiana» (idem, pos. 36). Si passa poi alla descrizione del Laboratorio, a scadenza quindicinale. Articolato in quattro momenti: 1. Un primo confronto con le diverse forme di scrittura al fine di esplorarne le caratteristiche, la funzione, il significato ma anche aspetti più prettamente di ordine tecnico; 2. Un secondo confronto con le diverse forme di scrittura filosofica al fine di evidenziarne le differenti posizioni euristiche ed epistemiche; 3. Un momento di produzione nel quale i partecipanti sono invitati a costruire, confrontadovi, testi filosofici sulla base dei modelli analizzati nelle fasi precedenti; 4. Una quarta fase in cui vengono dettate coordinate per la stesura di scritture sul modello del curriculo della Philosophy for Children, coordinate che si articolano in esercizi, piani di discussione e impianti narrativi, così come quelle raccolte da ciascun autore nel presente volume. Si tratta di testi narrativi insieme rappresentativi e generativi di processi di indagine filosofica, scritture filosofiche intese come forme di riflessione di ‘secondo livello’. In questo contesto si evidenzia quindi un’implicazione fondamentale della scrit-tura, quella ermeneutica, prospettiva che, secondo Gadamer, pone in primo piano il ruolo del lettore-interprete facendo valere «lo specifico orizzonte storico-linguistico in cui è situato e cercando di raggiungere una ‘fusione’ del proprio oriz-zonte di interprete con quello dell’autore» (Cosentino in Lupia, Miraglia, Nardone, Sorbo, 2011, pos. 79). Prospettiva, quella ermeneutica, che rappresenterebbe una cornice in grado di rapportare la scrittura all’oralità in maniera complementare.   E una scrittura filosofica in grado di essere combinata con la ‘scienza nell’anima di chi impara’ è, e lo stesso Platone ce lo insegna, la pratica di scrivere l’oralità dia-logica, in grado di cogliere soprattutto l’implicito di una scrittura che si pone come Ricerche di Pedagogia e Didattica – Journal of Theories and Research in Education 12, 3 (2017).  ISSN 1970-2221 Eduardo Lupia, Maria Miraglia, Stefania Nardone, Rossella Sorbo, Il risentimento della mula: Racconti e strumenti per l’indagine filosofica, Napoli, Liguori Editore, 2011 – Recensione di Mariarosaria De Si-mone   171 ponte tra una pratica dialogica già avvenuta ed una che potenzialmente potrà esse-re se altri uomini e donne si incontreranno imparando a mettere in gioco la loro ‘anima’ per produrre nuovo logos. Analogamente, «per la pratica filosofica nella comunità di ricerca, si tratta di re-cuperare la freschezza e la creatività del pensare filosoficamente sulla base di una scrittura capace di riaccendere il fuoco della passione per la ricerca, tale da ri-attualizzare la rilevanza non solo logica, ma anche sociale ed etica di un dialogo in-tersoggettivo orientato ad un progetto condiviso di costruzione della conoscenza» (idem, pos. 93). Il testo narrativo così intesto è strutturato in modo da «rappresentare l’apertura di un orizzonte problematico, un tessuto nelle cui trame interrotte, a volte labirin-tiche, si conservano gli spazi e le occasioni per rilanciare il pensiero verso un nuo-vo cammino di ricerca. (idem, pos. 98).  Le caratteristiche di un siffatto genere di letteratura, sul modello della P4C, di cui i racconti scritti da Lipman ne rappresentano gli archetipi, riguardano innanzi-tutto e complessivamente tutto l’insieme di connotazioni che inseriscono in un circolo virtuoso scrittura e oralità, evitando il confondere ed il sovrapporsi di due pratiche completamente opposte: il ‘parlare’ usando la logica della scrittura come quando il filosofo si immerge in una filosofia intesa come disciplina o come quan-do l’insegnate ci ‘spiega’ il testo di un filosofo, e lo ‘scrivere’ usando la logica dell’oralità, e in questo caso ci immergiamo in una filosofia come pratica, dove il testo «prende le distanze dal suo autore, ha una vita propria e ha bisogno di ulte-riori mediazioni per entrare in relazione col lettore. Per riaprire questo spazio di nessuno, abitato dal testo scritto, è necessaria l’interpretazione» (idem, pos. 115). In termini più affini al dispositivo teorico lipmaniano, parliamo dell’‘esercizio della scrittura intesa come una pratica di pensiero riflessivo’, e che «in quanto co-struzione di un testo che permette la riappropriazione  significativa del vissuto» (Oliverio in Lupia, Miraglia, Nardone, Sorbo, 2011, pos. 202), non solo attiva un processo di indagine, così come avviene nella comunità di ricerca che si costituisce nelle sessioni di Philosophy for Children, ma diviene essa stessa un processo di indagi-ne. La pedagogia lipmaniana vive, quindi, nell’incontro di questi due principi, e si realizza da una parte in una ‘scrittura dialogata’, come quando in una sessione si parte da un testo e se ne costruisce un altro, e dall’altra in un ‘dialogo scritto’,  che avviene quando si attiva, nelle sessioni di P4C, la comunità di ricerca a partire dai racconti filosofici di Lipman, che presentano una pluralità di punti di vista e posi-zione epistemiche incarnate dai personaggi che sono impegnati in maniera con-giunta nella ricerca di un significato attraverso il dialogo, personaggi che fungono in qualche modo da paradigma per i soggetti coinvolti nelle sessioni stesse. Ricerche di Pedagogia e Didattica – Journal of Theories and Research in Education 12, 3 (2017).  ISSN 1970-2221 Eduardo Lupia, Maria Miraglia, Stefania Nardone, Rossella Sorbo, Il risentimento della mula: Racconti e strumenti per l’indagine filosofica, Napoli, Liguori Editore, 2011 – Recensione di Mariarosaria De Si-mone   172  Con siffatta proposta di scrittura filosofica-saggistica come pratica educativa «non si escludono le domande ultime ma esse non irrompono in maniera ‘vertica-le’, interrompendo il flusso dell’esistenza e aprendolo ad una dimensione più au-tentica, più vera, ma erompono piuttosto da esso e rimangono nella trama della vita» (idem, pos. 231). Come accade nelle sessioni descritte a partire dalle esperien-ze laboratoriali degli autori del presente lavoro, dove, ad esempio, a partire da un semplice racconto dello smarrimento, da parte di un amico, della documento di riconoscimento, si comincia a lavorare sul tema dell’identità, delle differen-ze/somiglianze tra il Sé e l’Altro,ecc. Infatti  «chi si cimenta nella scrittura filosofica sul modello di Lipman non eva-de le questioni di senso, ma queste non gli si (im)pongono a partire dal confronto con libri e opere d’arte (come nel saggio à la Lukàcs esplorato da Kwack) ma sono idee-guida intorno a cui tessere un dialogo fra portatori di diverse credenze, impe-gnati in una indagine cooperativa (ossia in una comunità di ricerca). Lo sforzo è quindi ‘sfogliare’ l’idea-guida e incarnare le sue diverse facce in diversi personaggi e collocare questi in situazioni problematiche e indeterminate che, per acquisire si-gnificato e essere determinate, richiedono un’indagine su quella idea» (idem, pos. 239). Questo ‘sfoglio’, che in qualche modo anticipa ciò che ‘può’, dato che il raccon-to filosofico scritto nella prima sessione rappresenta un pre-testo grazie al quale potersi interrogare, accadere nella comunità di ricerca reale, rappresenta il termine medio tra lo sfoglio delle idee-giuda nel racconto e quello agito nelle sessioni, ed avviene facendo riferimento alla parte manualistica prevista dal percorso socratico-deweyano strutturato da Lipman. Si tratta di sezioni, quelle manualistiche, dove, accanto ad una presentazione ar-gomentativa delle idee-guida viste da più punti di vista, si trovano piani di discus-sioni, esercizi, domande che hanno l’intento di vivificare il processo di indagine durante tutto il processo formativo, e di promuovere la capacità di insediarsi «nello spazio aperto della domanda, abbandonando la comodità delle risposte routinarie, dei clichè (per quanto utili possano essere in ampia parte delle nostre vite)» (idem, pos. 253). Da qui il senso del racconto di Lipman, riportato nell’introduzione del volume che dà il titolo alla suddetta opera, dove si narra di un filosofo che guarda una mu-la chiedendosi se tiene al suo nome, e la mula, e questo è l’al di là del volume lip-maniano, ricambiando lo sguardo, risponde e si risente del fatto che le si contesti la sua capacità di rispondere.  Racconto che ci interroga sulla possibilità che l’idea stessa di itinerari formativi come quelli della Philosophy for Children sia una modo di ‘rispondere’ alla problematicità della filosofia tradizionale: «E se il risentimento Ricerche di Pedagogia e Didattica – Journal of Theories and Research in Education 12, 3 (2017).  ISSN 1970-2221 Eduardo Lupia, Maria Miraglia, Stefania Nardone, Rossella Sorbo, Il risentimento della mula: Racconti e strumenti per l’indagine filosofica, Napoli, Liguori Editore, 2011 – Recensione di Mariarosaria De Si-mone   173 della mula fosse analogo a quello che potrebbero nutrire bambini e adolescenti se si negasse loro il diritto di filosofare?» (idem, pos. 258).                  

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