Abstract

Nel Novecento l’esclusione si applica in maniera metodica e regolamentata all’interno dei confini statuali come procedura legata alla guerra. Essa diventa strumento di esercizio del momento bellico. L’”Altro” sarà, allora, il cittadino straniero di un paese nemico; il dissidente interno; l’ebreo perseguitato per motivi razziali; oppure tutte queste figure insieme, rappresentate nella categoria di nemico oggettivo. Questo studio analizza i momenti e le forme dell’internamento civile organizzato dal ministero dell’Interno in Abruzzo all’indomani del 10 giugno 1940, nei suoi caratteri di affinità e di specificità rispetto alla più generale esperienza nazionale

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