Sullo sfondo delle modifiche apportate dalla legge 16 aprile 2015, n. 47 all’art. 275 c.p.p., una
certezza: recuperare il principio del «minor sacrificio necessario», il quale impone al legislatore di strutturare il sistema cautelare secondo il modello della “pluralità graduata” che, assolutamente scevro da automatismi applicativi, riserva al giudice la “graduazione” della riposta cautelare e impone al medesimo di fare uso della custodia in carcere solo come extrema ratio