ASSOCIAZIONE TRA COLESTEROLO DELLE DIVERSE FRAZIONI LIPOPROTEICHE ED ATEROSCLEROSI SUBCLINICA IN UN CAMPIONE DI DONNE NAPOLETANE

Abstract

Il colesterolo plasmatico costituisce un ormai consolidato fattore di rischio cardiovascolare. La riduzione della colesterolemia e del colesterolo LDL diminuisce sia il rischio di coronaropatia che di ictus. Tuttavia, anche in soggetti che con terapia ipocolesterolemizzante raggiungono l’obiettivo di colesterolo LDL prefissato, permane un rischio di mortalità e morbilità per malattia cardiovascolare (rischio residuo). Scopo della presente tesi è stato di valutare la relazione tra colesterolo contenuto nelle sottoclassi lipoproteiche (VLDL, IDL, LDL, HDL) e lo spessore medio-intimale carotideo (IMT) o la presenza di placca carotidea, in una popolazione di donne in età post-menopausale. Le sottoclassi lipoproteiche sono state dosate con il sistema Lipoprint®, metodica basata sulla pre-colorazione delle frazioni lipidiche sieriche con Sudan black e sulla successiva elettroforesi in gradiente di gel di poliacrilammide al 3% non-denaturato. Lo IMT, marker surrogato di aterosclerosi subclinica maggiormente studiato ed utilizzato, è stato valutato mediante esame ultrasonografico B-mode. Le donne costituenti il campione (n=228) avevano un’età compresa tra 43 ed 81 anni (età media di 63 anni), un IMC medio di 28.2 kg/m2 e valori medi di colesterolemia di 224 mg/dl. Le VLDL-C erano correlate positivamente e in maniera statisticamente significativa con l’IMT (r=0.26, p<0.001). Sebbene anche le LDL e IDL erano associate ad IMT, solo l’associazione tra le VLDL-C ed IMT si confermava dopo correzione per i principali fattori confondenti. Inoltre, dopo stratificazione in tertili, il II ed il III tertile di VLDL-C sono risultati associati ad un rischio doppio rispetto al I tertile di presentare placche carotidee a livello della carotide comune (p< 0.05). In conclusione, il presente lavoro indica che elevati livelli di VLDL-C sono direttamente correlati ad aterosclerosi carotidea, indipendentemente dai principali fattori di rischio cardiovascolari. Il loro dosaggio mediante la metodica Lipoprint® rappresenta, quindi, un utile strumento per la quantificazione del rischio cardiovascolare

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