research

La costruzione della frontiera abruzzese nella territorializzazione normanna del XII secolo

Abstract

Protagonisti di una secolare stagione di migrazioni dalla Scandinavia verso numerose aree del continente europeo, i Normanni furono responsabili di profonde trasformazioni sociali e politiche. Ricostruire la storia dei loro spostamenti è del resto un lavoro già avviato, ma si è riflettuto assai poco sugli effetti geoculturali che essi ebbero con gli spazi insediati. A tal proposito è quindi necessario rifarsi a concetti a volte del tutto estranei al mestiere dello storico e spesso relegati al solo ambito geografico: accanto alle fonti più tradizionali, il paesaggio può certamente rappresentare un’ottima base di partenza per comprendere le dinamiche intercorrenti tra il milieu naturale e le comunità che trovano il proprio posto in un determinato spazio. Così, un’indagine delle modalità di risemantizzazione di una determinata rete di relazioni umane, condotta attraverso la geolocalizzazione degli insediamenti e l’esame della loro interazione nel contesto locale, riesce a dare numerose informazioni per lo studio del territorio. Il Catalogus baronum, concepito proprio come progetto di territorializzazione, mostra in tal senso l’interesse da parte dei Normanni per l’insediamento capillare di tutto il Mezzogiorno continentale, con una particolare attenzione verso le aree frontaliere dell’Abruzzo, tra le più militarizzate del neonato Regnum Siciliae. Seguendo così un’impostazione basata prevalentemente sull’analisi geosemiotica degli insediamenti e comparando i dati provenienti dalle fonti scritte con quelli materiali disseminati nello spazio si scopre come dall’agire territoriale sia possibile ricavare un’istantanea del momento storico in cui una data comunità si è organizzata e relazionata con le altre. Nel caso specifico dell’Abruzzo del XII secolo è dunque possibile far luce sulla costruzione materiale di una precisa simbologia territoriale, quel “feudalesimo d’importazione” di cui parlava Marc Bloch a proposito delle migrazioni normanne

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