All'ombra del Cristianesimo dilagante nell'Impero Romano. Una lettura archeologica

Abstract

Tra il IV e il V secolo d.C., ed in particolare a partire dal principato di Teodosio, il controverso e difficile rapporto tra il Cristianesimo, ormai dilagante, e le altre religioni è riflesso in tutto il territorio dell’impero romano sia dalle fonti storiche che dalle testimonianze archeologiche. Ad una legislazione imperiale piuttosto repressiva nei confronti dei luoghi di culto e dei rituali tradizionali, fece da contraltare una diversità di fenomeni da analizzare necessariamente a livello locale, senza generalizzare, distinguendo tra ambito urbano e rurale. Se da una parte, soprattutto in Italia, molti templi vennero chiusi o sconsacrati, altri vennero ignorati o riutilizzati per scopi diversi, mentre la religiosità non cristiana continuò a sopravvivere in una dimensione “privata” e attraverso la miniaturizzazione di edifici costruiti ex novo o il restauro di altri. Si intende dunque presentare in questa sede, attraverso esempi mirati, un’analisi dello sviluppo degli edifici di culto non cristiani nell’Italia teodosiana, al fine di provare a comprendere, attraverso il dato archeologico, le modalità di convivenza e di “scontro” tra le religioni tradizionali e il Cristianesimo

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