Caratterizzazione e valutazione bio-agronomica delle principali cultivar del germoplasma olivicolo campano

Abstract

L’obiettivo del presente lavoro è stato completare la caratterizzazione delle varietà più diffuse appartenenti al patrimonio genetico campano, valutandone sia gli aspetti morfologici, vegetativi, produttivi e vivaistici, fino ad arrivare ai caratteri chimici e sensoriali degli oli monovarietali. Il lavoro ha interessato 20 cultivar autoctone di olivo: 4 della provincia di Avellino, 5 di Benevento, 4 di Caserta e 7 di quella di Salerno. Il progetto sperimentale ha avuto quattro campi d’interesse: 1) Caratterizzazione morfologica e bio-agronomica; 2) Comportamento vivaistico delle cultivar; 3) Caratterizzazione chimica e sensoriale degli oli; 4) Effetto dell’ambiente sulla maturazione delle drupe e sulla composizione degli oli. Nell’ambito della caratterizzazione bio-agronomica sono state eseguite osservazioni fenologiche e biometriche del frutto, endocarpo e foglia, individuando per ciascuna cultivar l’epoca di fioritura e d’invaiatura, mettendo in evidenza un’ampia variabilità tra le cultivar. La caratterizzazione analitica e sensoriale degli oli, ha riguardato la composizione in acidi grassi, il contenuto fenolico e il profilo sensoriale, ed ha permesso di riscontrare un’ampia variabilità tra le cultivar, distinguendo quelle con un alto contenuto polifenolico da quelle a più basso contenuto e cultivar dai profili sensoriali complessi, ricchi di aromi, da cultivar con sentori più dolci. Lo studio sulla radicazione ha messo in luce la variabilità dell’attività rizogena delle cultivar di olivo appartenenti al germoplasma campano. I risultati ottenuti, sia con il NAD che con l’NAA, indicano che la radicazione delle talee risponde positivamente a entrambi i trattamenti di stimolo, anche se con differente efficacia, individuando nelle porzioni di ramo apicale e mediano, quelle più idonee alla radicazione. Tra i trattamenti in grado di favorire l’accrescimento delle giovani piantine in vivaio l’Osmocote fa registrare un incremento dello sviluppo dell’altezza e della superficie fogliare. Trattamenti a base di Trichoderma spp ha mostrato, invece, di poter incidere positivamente sulla sviluppo dell’apparato radicale delle giovani piante d’ulivo, così da favorire il superamento della crisi da trapianto. L’ambiente di coltivazione è determinante nell’espressione della tipicità e della qualità della cultivar. Anche se è difficile scomporre l’influenza dei parametri ambientali dai vari aspetti quantitativi e qualitativi della produzione, i dati ottenuti indicano, nel loro complesso, una migliore espressione della varietà autoctona Ortice coltivata nella sua area d’origine. L’ambiente di coltivazione ha modificato il contenuto degli acidi grassi e dei polifenoli dell’olio della cultivar Ortice, mentre il profilo aromatico è rimasto piuttosto stabile nei due ambienti, facendo prevalere per quest’ultimo aspetto l’effetto della cultivar sul fattore ambientale. Questa evidenza sperimentale conferma come la tipicità dell’olio extra vergine sia fortemente legata al binomio varietà-ambiente, requisito chiave per il riconoscimento di una denominazioni di origine protetta

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