Il disegno e la poesia sulla città: dal frammento all’unità spaziale. L’uomo e il mondo tra D’Annunzio, Saba, Sironi e Pasolini

Abstract

La rappresentazione dello spazio e della città attraverso le immagini e le parole, attraverso i disegni e le poesie, è l’interesse e il centro di questo studio trasversale e interdisciplinare, all’interno del quale si evidenzia che disegno e poesia sono, allo stesso modo, dei frammenti di mondo comunque in grado di rappresentare il mondo intero, l’unità spaziale. Dopo alcune brevi riflessioni sulla natura del pensiero e sul pensare per immagini e/o per parole, lo studio affronta la rappresentazione dello spazio e della città, sia nel disegno sia nella poesia, attraverso autori tra la fine dell’Ottocento e la metà del Nocevento, come rappresentazione di quel mondo dove l’uomo proietta e rappresenta la sua fragile e solitaria esistenza umana. Il disegno, sia esso figurativo o astratto, e la parola sono forme-linguaggio dell’individuo in grado di esprimere concetti chiari e trasmissibili e di comunicare, finanche attraverso forme subliminali, gli stati della mente e della conoscenza. Ogni ragionamento o riflessione sul disegno e sulla parola, quindi sul linguaggio, rimanda al problema del pensiero e più precisamente a due domande: che cosa ci fa pensare? E in che modo pensiamo? Per quanto riguarda la prima domanda «non vi è in definitiva altra risposta se non ciò che Kant chiamava il “bisogno della ragione”», l’impulso interiore di tale attività a riconoscersi nel pensiero (Arendt, 1978, p.151, trad.it. 1987-2009). Per quanto concerne la seconda domanda se si pone a un certo numero di persone «la maggior parte risponde, in base all’esperienza personale “Io penso con parole, in forma di lingua”, alcuni diranno invece che il pensiero procede per immagini, per rappresentazioni visive. Taluni studiosi sostengono che i bambini pensano per immagini e gli adulti in forma verbale . La diversità di opinioni si può spiegare col fatto che gli adulti pensano tanto in termini linguistici che per immagini, principalmente immagini cinestetico-visive. Osservando noi stessi, scorgiamo nel processo del pensiero, a seconda della nostra costituzione e delle condizioni del momento dato, ora il lato linguistico ora il lato figurativo. Prove della simultanea collaborazione mentale fra attività linguistica e attività figurativa si possono fornire a livello sia teorico che sperimentale» (Spielrein, 1928, pp. 216-217 trad. it. 1986). Dunque, immagini e parole sostengono il pensiero, anzi permettono che questo avvenga e proceda, e nel processo del pensiero le parole e le immagini, procedendo allo stesso modo, possono collaborare e sovrapporsi, anche perché, in base a quanto osservato da Friedman, con le parole analizziamo e ci presentiamo un’esperienza, mentre con le immagini analizziamo ed esprimiamo la totalità (Friedman, 2011, p.12). Relativamente al processo del pensiero svolto per immagini, disegnare significa quindi rappresentare le attività figurative del pensiero, vale a dire: penso per immagini che successivamente disegno. Anticipando il disegno nella fase di elaborazione mentale del pensiero per immagini, disegnare significa: rappresentare direttamente il pensiero, senza far intervenire le attività figurative, vale a dire: penso per immagini che disegno direttamente, cioè pensare disegnando. Essendo il pensiero un’attività della mente, disegnare significa anche rendere visibile l’invisibilità del pensiero, perché «la caratteristica principale delle attività della mente è la loro invisibilità» (Arendt, 1978, p.154 trad. it. 1987-2009). ARENDT Hannah, 1978. The Life of the Mind. Trad. it.: La vita della mente Bologna: Il Mulino, 1987. FRIEDMAN Yona, 2011. L’ordine complicato. Come costruire un’immagine. Macerata: Quodlibet-Abitare, 2011. SPIELREIN Sabina, 1928. Disegni infantili a occhi chiusi e aperti. Ricerche sulle rappresentazioni cinestetiche subliminali. In: Spielrein Sabine, Comprensione della schizofrenia e altri scritti. Napoli: Liguori Editore, 198

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