Il disturbo dello spettro autistico comporta specifiche disfunzioni nella capacità di comprensione degli stati mentali e affettivi, di simbolizzazione e comunicazione. Pertanto, una corretta valutazione dell’intelligenza fluida, in questa popolazione clinica, potrebbe risultare difficoltosa e la scelta dello strumento determinante. La Scala Leiter-3 e le CPM sembrano test particolarmente idonei a valutare l’intelligenza fluida negli individui con autismo in quanto richiedono entrambi risposte non verbali, pur differenziandosi nella procedura di somministrazione, solo parzialmente non verbale nelle CPM. Uno studio pilota su bambini con sviluppo tipico (Ferrandes & Pierucci, 2017), ha mostrato una discreta validità concorrente tra i due strumenti (gli indici di Q.I. generale e Q.I. equivalente, rispettivamente, correlano in modo significativo com un buon effect size: r=.406**). Il presente contributo ha inteso esplorare la concordanza o eventuale differenza tra le misure di intelligenza in un gruppo di bambini con disturbo dello spettro autistico rispetto ad un gruppo di controllo