La prima notizia sulla necropoli viene riportata nella relazione compilata dall'arcivescovo Manca de Cedrelles che ha eseguito ricerche nella Basilica di San Gavino nel 1614, finalizzate alla scoperta dei corpi dei martiri Gavino, Proto e Gianuario. Nel corso dell'Ottocento sono state condotte varie campagne di scavo che hanno riportato alla luce diverse iscrizioni funerarie, mentre solo in occasione degli interventi più recenti (dal 1963 in avanti) sono state rinvenute trenta tombe, scavate più o meno profondamente nel tufo, che costituiscono l'estremo lembo orientale della necropoli. Le tombe orientate prevalentemente est-ovest, erano disposte a gruppi di due
o tre affiancate: alcune orientate in senso nord-sud, erano singole o in gruppo, altre tombe si estendevano verso nord. Nonostante la deplorevole dispersione di materiali e dati preziosi per una restituzione tipologica
e planimetrica della necropoli, i numerosi documenti epigrafici e scultorei attestano una rispettabile ricchezza, ed in alcuni casi ricercatezza, nella costruzione delle tombe singole e dei monumenti funerari. Le numerose epigrafi funerarie costituiscono una insostituibile fonte per la ricostruzione della vita amministrativa di Turris Libisonis