Centro di Studi Urbani, Dipartimento di Economia, istituzioni e società, Università di Sassari - Edizioni Unidata
Abstract
Tra i delitti finalizzati all’appropriazione di beni altrui la rapina si caratterizza
come fatto sociale, oltre che sul piano penale e su quello criminologico, per almeno
due aspetti. Il primo aspetto è la violenza che caratterizza questo tipo di azione
criminosa e che, sia essa esercitata o minacciata, qualifica la posizione degli attori
dell’interazione, in una situazione di compresenza e di forte asimmetria. Il secondo
aspetto è la natura squisitamente strumentale del delitto: chi compie la rapina lo fa
per ottenere un vantaggio materiale, seguendo un corso di azione di tipo razionale.
Pur tenendo conto del fatto che a questa fattispecie sono ascritti fatti che sotto il
profilo sociale sono piuttosto differenziati, la natura di questo reato ne fa forse il
principale indicatore delle tendenze della criminalità. Tanto la “piccola” rapina svolta
per strada quanto l’azione organizzata che colpisce una banca o che conduce alla
presa di ostaggi (“in villa” o per “sequestro lampo”) sono attuate da soggetti
(individui o gruppi) inseriti in contesti criminali o comunque con carriere di devianza
strutturate