Sulla scorta delle riflessioni svolte da P. Fancelli, F. La Regina e A. Corboz, si intende qui proporre come necessario un ribaltamento del punto di vista sin'ora diffusamente attuato che, a partire dallo studio della città, delle sue dinamiche formative storiche, ha tentato di leggere e quindi di progettare l'espansione della città stessa, ma anche la strutturazione del territorio. Si vuole cioè proporre un viaggio di ritorno, dal territorio, dallo studio della sua morfologia e dei suoi caratteri, alla città, per verificare se attraverso questo sguardo, quelli che sembrano inspiegabili fenomeni - o meglio fenomeni leggibili solo in negativo- non possano invece inquadrarsi in dinamiche differenti, portatrici di valori molteplici e complessi. Il richiamo va alla forma della Terra, come matrice di definizione di scelte e forme della città, al legame tra città e terra-territorio come chiave di comprensione e come elemento da considerare nella progettazione tanto dei nuovi apporti quanto degli interventi di conservazione che non possono più limitarsi quindi ai singoli manufatti, ma neppure al presunto recinto di un difficilmente definibile "centro storico". Lo studio si avvale, oltre che dei lavori già citati, soprattutto degli studi, tra gli altri di B. Secchi, G. Deleuze, J. Deridda, G. Motta, A. Pizzigoni, G. P. Treccani, A. Ricci e D. Manacorda cercando di legare strettamente i metodi e le tecniche archeologiche con le modalità di pensare alla conservazione attiva delle nostre citt