Negli ultimi anni il settore delle aziende non profit ha subito un forte sviluppo per effetto di molteplici fattori, uno dei quali è sicuramente individuabile nella crisi del welfare state, che ha aperto la strada alla creazione di aziende che coadiuvano lo Stato nel fronteggiare gli impegni sociali e suppliscono alle carenze di quest’ultimo nel fornire i servizi richiesti dalla collettività. Tali aziende sono denominate aziende non profit.
Con questo termine vengono individuate realtà che operano nei settori più svariati, per citarne alcuni, l’educazione, l’assistenza sanitaria, l’assistenza alle persone bisognose, la cultura, la ricerca. Queste realtà sono accomunate non solamente dall’assenza dello scopo di lucro, ma anche e soprattutto da una spiccata responsabilità sociale nello svolgimento della propria azione, che viene svolta nell’ambito di una efficienza non solo economica ma anche e soprattutto sociale, così da ottenere una piena legittimazione da parte dell’ambiente e degli utenti verso i quali tale attività è rivolta
La repentina e continua crescita di un settore ampio e variegato come quello in esame ha comportato l’insorgenza di diversi problemi. Uno di questi è sicuramente costituito dalla necessità di dotarsi di una specifica cultura aziendale, volta a gestire persone e risorse con principi e criteri propri ma con caratteri generali abbastanza simili a quelli delle aziende for profit. Infatti le aziende del terzo settore, pur non perseguendo scopo di lucro, hanno sentito la necessità di assicurare, a se stesse ed ai terzi, utenti e mercato, che la gestione fosse svolta nell’osservanza dei criteri dell'economicità, efficienza ed efficacia. E’ nata, quindi, l’esigenza di dotarsi di strumenti di programmazione e di controllo, proprio come nelle aziende for profit, che
permettano di utilizzare al meglio le risorse disponibili che rivestono una notevole importanza all’interno del sistema aziendale, poiché costituiscono una realtà complessa che genera processi di interazione tra i soggetti che
agiscono nell’ottica del raggiungimento dei comuni obbiettivi sociali. Tali sistemi gestionali, pur con alcune peculiarità, ben si adattano anche alle realtà operanti nel terzo settore, nonostante siano nati e sviluppati per le aziende for profit.
Attraverso il controllo, il management delle aziende non profit è in grado di verificare l'efficacia, efficienza, economicità della gestione condotta, mediante il riscontro della validità degli obiettivi fissati in sede di programmazione (e di pianificazione), dell’efficacia delle azioni poste in essere per il loro raggiungimento e conseguentemente dell’individuazione di eventuali
scostamenti rispetto a quanto era stato previsto, ricercarne le cause ed adattare di conseguenza la struttura organizzativa aziendale al mutare delle condizioni di mercato.
Il controllo di gestione delle aziende operanti nel terzo settore fa sorgere, pertanto, la necessità di un sistema informativo specifico, in quanto la gestione aziendale di questo tipo di imprese è contraddistinta dalla finalità di tipo sociale, non lucrativo, dell’attività svolta.
L’adozione di tale strumento permette di passare da una gestione di tipo intuitivo ad una gestione ragionata che individua obbiettivi, responsabilità e modalità di svolgimento delle diverse attività aziendali. Conseguentemente,
anche le persone che vi operano vengono orientate verso obbiettivi precisi, con l’individuazione di attività prestabilite e finalizzate al raggiungimento della mission aziendale.
Tra gli strumenti di programmazione assume particolare importanza il documento di budget, che il presente lavoro si pone lo scopo di esaminare. In sostanza il processo di formazione del budget, pur con le dovute peculiarità
proprie del settore in esame, non manifesta, come sopra accennato, rilevanti differenze rispetto a quello svolto dalle aziende lucrative, se non per la rilevanza che certi aspetti gestionali assumono rispetto ad altri