Questo scritto nasce da qualche riflessione svolta nel corso di un Seminario dedicato ad alcuni profili del rapporto tra diritto comune e poteri politici, tenutosi a Barcellona nel maggio del 1997, per iniziativa di Aquilino Iglesia Ferreirós. Il problema che esso affronta è di grande rilievo per la storia del diritto penale, sull'intera scala europea, ma le fonti sulle quali riposa il mio ragionamento sono ben circoscritte, e principalmente riferibili alla Perugia della seconda metà del duecento, come mostrerò tra breve. In più, sono fonti sulle quali si è già tante volte riflettuto - anche se non abbastanza dal punto di vista che ho scelto io - da parte degli autori che le hanno portate alla luce, pubblicate e collocate nel contesto della scienza giuridica, della legislazione e dell'attività giudiziaria, e non soltanto per quel torno
di tempo e in relazione a quell'area. Ciò dicendo voglio indicare i limiti (in tutti i sensi del termine) di questo piccolo contributo: le riflessioni che vi svolgo potrebbero essere utilmente approfondite, ampliate e verificate su altre aree, oltre che ulteriormente comprovate con altra dottrina, altra legislazione, altri esempi processuali. Tutte cose che sto cercando di fare dentro un lavoro di respiro più grande: spero di farne conoscere presto i risultati. Aggiungo che in esso ho voluto mantenere lo stile discorsivo dell'intervento da cui nasce, per sottolineare le sue intenzioni interlocutorie e per conservare il carattere problematico ed aperto delle indicazioni che contiene