Studio della facciata. Metodi e strategie compositive: Capuano, Carpenzano

Abstract

L’interesse per lo studio della facciata nasce dopo la sua trasformazione radicale durante il XX secolo. Nel periodo premoderno la facciata aveva un triplice ruolo; il primo ruolo era quello di chiudere il perimetro esterno e di garantire il benessere termoigrometrico, il secondo era quello di garantire la stabilità dell’edificio e l’ultimo aveva a che fare con la comunicazione del linguaggio architettonico. Durante il movimento moderno, invece, con i principi architettonici sanciti dalla carta di Atene, la facciata si stacca dalla parte strutturale diventando così un elemento libero che dà più libertà compositiva all'architetto. In questo periodo la facciata rimane ancora come un elemento opaco che svolge alcune funzioni analoghe a quella premoderna, che toccano la sfera energetica comunicativa. Con la caduta del modernismo e la scomparsa delle meta-narrazioni, il corpo edilizio subisce la sua più grande trasformazione: se prima il manufatto veniva considerato come un corpo inviolabile e puro, nel postmodernismo esso diventa una macchina ibrida, trasformando così anche la sua manifestazione nel contesto tramite l’involucro. Per questa particolare trasformazione che accade nel secolo scorso è di grande rilievo indagare oggi la situazione in cui si trova il rapporto tra la facciata, la comunicazione architettonica e il contesto dove l’edificio si inserisce. In questo saggio si cercherà di dare un riassunto generale ed un inquadramento di due dissertazioni molto importanti nel dibattito sull'argomento

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