La traduzione di un dato archeologico in unità significante può apparire un processo tautologico, meccanico, ma essa riflette invece un percorso di cono- scenza, vincolato alla scelta di parametri analitici. In quanto processo cognitivo, questa traduzione avviene anche secondo principi di logica che tendono a or- ganizzare, in forma quanto più razionale, la documentazione raccolta; un dato diviene così il sema di una struttura più coerente il cui valore espressivo potrà essere rilevato tramite le dottrine dei segni.
D’altronde, il record archeologico rientra sempre in un processo comunicativo, prima di essere un reperto, un documento o una testimonianza è solo un segno, tra gli infiniti, dello scambio informativo, e il suo luogo di ritrovamento come il testo, deflagrato, di un linguaggio estinto. Il presente contributo, dedi-
cato al tema interdisciplinare della traduzione, sarà dunque un ulteriore tentativo di storicizzare la recente applicazione di modelli della biologia 17 computazionale alla ricostruzione e all’analisi dei fenomeni naturali e culturali complessi. Tali fenomeni sono qui intesi – essenzialmente – come segmenti
della realtà empirica commutabile in codici alfanumerici; matrici, dunque, di un sistema che potrà essere interrogato