Rigenerazione urbana e sostenibilit\ue0 sociale: pratiche a confronto

Abstract

Nello scenario post-crisi attuale, che ha visto la sensibile riduzione delle risorse pubbliche per i progetti di rigenerazione urbana, in molte realt\ue0 urbane italiane e non solo, stiamo assistendo alla crescita di una serie di pratiche urbane micro-spaziali che stanno ridisegnando gli spazi urbani. Si tratta di esperienze che diversi studiosi hanno definito come \u2018insurgent\u2019, \u2018do-it-yourself\u2019 (DIY), \u2018guerrilla\u2019, \u2018everyday\u2019, \u2018participatory\u2019 e/o \u2018grassroots\u2019 urbanism (Haydn and Temel, 2006; Borasi and Zardini, 2008; Chase et al., 2008; Burnham, 2010; Hou, 2010; Zeiger, 2011) e che si caratterizzano per una capacit\ue0 proattiva che sfida gli approcci tradizionali delle politiche urbane e le loro modalit\ue0 di risolvere i problemi. Se accogliamo come ipotesi di lavoro che il carattere innovativo della rigenerazione urbana risiede nel suo essere una politica che sviluppa azioni integrate a carattere fisico ed economico con un\u2019enfasi particolare sull\u2019inclusione sociale, la recente letteratura sull\u2019innovazione sociale ci spinge ad un necessario confronto con le pratiche di progettazione e realizzazione collettiva \u201cdal basso\u201d degli spazi urbani, in un processo di mutuo apprendimento fra i diversi soggetti (cittadini/istituzioni). In questo quadro generale, particolarmente significative risultano le esperienze di rigenerazione avviate a Palermo in cui lo spazio urbano risulta \u201cconteso\u201d tra pratiche informali avviate dagli abitanti e politiche urbane ufficiali avviate dall\u2019Amministrazione comunale. Obiettivo del contributo \ue8 quello di interrogarsi su come tali pratiche possano concorrere alla formulazione di una nuova forma di politica di rigenerazione urbana in grado di generare una citt\ue0 pi\uf9 giusta e democratica

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