Effetto dell'esposizione a rumore aeroportuale su parametri di struttura e funzione vascolare.

Abstract

RIASSUNTO Introduzione La World Health Organization (WHO) e la European Environment Agency (EEA) stimano che circa un quarto della popolazione europea sia esposta a livelli di rumore ambientale che possono provocare effetti pericolosi alla salute. L’esposizione a lungo termine a rilevanti livelli di rumore è associata a conseguenze negative sulla salute, in particolar modo sul sistema nervoso e cardiovascolare. In particolare, rispetto alle altre fonti di rumore ambientale, il rumore da traffico aeroportuale è associato a un profilo cardiovascolare più compromesso, e in particolare ad un aumento della prevalenza dell’ipertensione. Il rumore, agendo tramite l’attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene e del sistema nervoso simpatico, causa molteplici effetti sistemici che comportano un sostanziale danno alla salute e alla qualità della vita delle persone esposte ad esso. Scopo della tesi Lo scopo della tesi è quello di studiare alcuni parametri di funzione e struttura vascolare, in relazione alla durata e alla qualità del sonno e al profilo pressorio delle 24 ore, in una popolazione di individui esposti a elevati livelli di rumore aeroportuale e residenti nella città di Pisa, in Via Cariola e Carrareccia. Metodi Gli individui reclutati nello studio sono stati sottoposti alla compilazione dei seguenti questionari: (1) Epworth Sleepiness Scale (ESS), per misurare il livello generale di sonnolenza diurna; (2) Insomnia Severity Index (ISI), per valutare la natura, la gravità e l’impatto diurno dell’insonnia; (3) Self-Rating Anxiety State (SAS), per la valutazione dell'ansia di stato; (4) Perceived Stress Scale (PSS), per misurare la percezione di stress. È stato effettuato un monitoraggio della pressione arteriosa delle 24 ore mediante misurazione automatica della pressione tramite apparecchio ABPM (Ambulatory Blood Pressure Monitoring). La misurazione dello spessore medio-intimale carotideo (IMT) è stata eseguita mediante ecocolordoppler dei tronchi sovraortici e la misurazione della rigidità arteriosa, espressa come velocità dell’onda pulsatoria (pulse wave velocity, PWV), mediante tonometria ad applanazione. La valutazione della funzione endoteliale è stata effettuata mediante flow-mediated dilation (FMD), un test non invasivo che valuta l’aumento percentuale di diametro dell’arteria brachiale in risposta all’aumento di flusso indotto da ischemia dell’avambraccio. La valutazione del ritmo sonno-veglia è avvenuta mediante actigrafia, tramite la quale è possibile monitorare un soggetto nel suo ambiente naturale per periodi di tempo relativamente lunghi e in maniera non invasiva. Risultati Sono stati reclutati 22 individui [11 uomini e 11 donne, età 19-76 anni, Body Mass Index (BMI) 26 ± 3 kg/mq, pressione arteriosa (PA) 126 ± 20 / 69 ± 12 mmHg]. I valori medi della FMD trovati sono stati di 6,2 ± 2,4 (range 2,1 - 10,2) %, della PWV di 7,6 ± 2,1 (4,5 - 14,6) m/s e dell’IMT di 0,68 ±.0,16 (0,45 - 1,04) mm. La durata di sonno media nei 7 giorni di registrazione actigrafica è stata di 7,1 ± 0,7 (5,9 - 8,7) h/die. Per quanto riguarda i questionari, i valori medi ottenuti sono per ESS di 9,5 ± 4,1 (3 - 20); per SAS di 34,7 ± 8,8 (20 - 52); per ISI di 10,0 ± 5,7 (1 - 23); infine per PSS di 20,9 ± 4,2 (13 - 28). La durata media di sonno correlava in maniera diretta con la PA sistolica (r=0.72, p=0.008) e diastolica (r=0.67, p=0.01) notturna, ma non con quella diurna. Inoltre la PA sistolica notturna risultava correlata con lo score di sonnolenza diurna (ESS) (r=0.78, p=0.001), che a sua volta era associata a un maggiore punteggio di stress percepito (PSS) (r=0.46, p=0.03). FMD, ma non PWV e IMT, risultava correlata inversamente con la PA notturna (r=-0.58, p=0.01). Conclusioni In una popolazione di individui esposti a elevati livelli di rumore aeroportuale, un’elevata durata media di sonno è associata ad una maggiore sonnolenza diurna, suggerendo una cattiva qualità del sonno, verosimilmente associata a stress cronico. Questa ipotesi è confermata dal fatto che, maggiore è la durata di sonno, maggiori sono i valori pressori notturni. L’associazione tra FMD e PA notturna suggerisce che la disfunzione endoteliale possa essere un meccanismo fisiopatologico implicato nel rialzo pressorio in questo campione di popolazione

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