Scrivere alla Demorazza. Le domande di "discriminazione" delle donne "di razza ebraica" e il conflitto sulla cittadinanza nell'Italia del 1938

Abstract

Interagendo con il vivace dibattito storiografico sulle scritture di \u201csupplica\u201d e le varie forme di appello alle autorit\ue0 in differenti contesti spaziali e temporali, l\u2019articolo ha per oggetto l\u2019analisi di un gruppo di domande di \u201cdiscriminazione\u201d inviate alla Direzione generale per la demografia e la razza dalle cittadine italiane \u201cdi razza ebraica\u201d, all\u2019indomani dell\u2019entrata in vigore della legislazione antisemita fascista. Rappresentando una minoranza all\u2019interno del corpus pi\uf9 ampio di richieste di deroga alla normativa antiebraica, le lettere delle donne costituiscono nondimeno una fonte di grande rilevanza, tanto per illuminare il carattere tutt\u2019altro che marginale della procedura di \u201cdiscriminazione\u201d nell\u2019esperienza di chi fu vittima della politica antisemita, quanto per riprendere da altre angolature il dibattito sul \u201cdilemma della cittadinanza\u201d femminile nel regno d\u2019Italia.Interacting with the lively debate on petitions and the various forms of appeal to the authorities written in different spatial and temporal contexts, the article deals with the analysis of a group of \u201cdiscrimination\u201d requests addressed to the General Directorate for Demography and Race by a sample of female Italian citizens qualified as belonging to the \u201cJewish race\u201d in Autumn 1938. Women\u2019s petitions represented a minority within the broader corpus of requests for derogation from the Anti-Semitic Fascist legislation. They are nonetheless a source of great importance, both to illuminate the relevance of the \u201cdiscrimination\u201d procedures from the persecuted point of view, and to shed fresh light on the \u201cdilemma of women\u2019s citizenship\u201d debate in unified Italy

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