Il diritto alla pace nel dibattito tecnico-giuridico del Consiglio dei Diritti Umani

Abstract

Rispetto alla tradizionale ripartizione categoriale tra risoluzioni-paese e risoluzioni di natura tematica, il Consiglio dei Diritti Umani ha avviato un interessante processo di produzione normativa di terzo livello mirato ad approfondire alcune fattispecie giuridiche che sono state oggetto di rinnovata formulazione, nella loro duplice portata tanto materiale quanto formale. Con tutta evidenza si tratta di un percorso prevedibile, soprattutto in riferimento alla seconda delle categorie summenzionate allorché le dinamiche insite nel sistema delle relazioni internazionali, ancor più tra gli Stati membri dell’Organizzazione che operano nell’ambito della Human Rights Machinery ginevrina, contribuiscono senza alcun dubbio all’attualizzazione del significato e della portata giuridica di alcuni diritti e libertà elaborati prima facie a conclusione del secondo conflitto mondiale. E’ questo il caso del diritto alla pace, oggetto di un’apposita Dichiarazione contenuta nella Risoluzione n. 32/L.18 adottata dal Consiglio dei Diritti Umani nel corso della 32^ sessione, il 1 luglio 2016, con 34 voti a favore, 9 contrari e 4 astenuti

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