thesis

LE VIAE PUBLICAE : PROFILI TECNICI E REGIME GIURIDICO

Abstract

Mi sono accostata a questo tema anni addietro, quando ho iniziato a lavorare alla tesi di laurea, tema che ho poi ripreso in occasione della preparazione della tesi di specializzazione nelle professioni legali, e in seguito appunto per la tesi di dottorato, nell\u2019intento di ricostruire, attraverso l\u2019analisi delle fonti in materia di beni demaniali, quello che era il regime giuridico delle vie nel diritto romano. Mi \ue8 sembrato interessante indagare quali soluzioni abbiano prospettato le dottrine dominanti in materia, dal momento che il diritto romano, anche in questo caso, \ue8 stato indicato come antesignano e modello del regime attuale. La curiosit\ue0 per questo tema si \ue8 ulteriormente accentuata dopo aver letto le opere dei romanisti che si sono accostati a questo argomento: tanto per citarne alcuni, Capogrossi Colognesi, Corbino, Franciosi, Burdese, Brugi, e nella letteratura straniera, Herzig e Voigt. Ho appurato come per\uf2 questa letteratura sia stata piuttosto impegnata a ricostruire, in un dibattito proseguito fino ai giorni nostri, l\u2019origine delle servit\uf9 prediali, in particolare delle tre servit\uf9 di passaggio conosciute dai giuristi romani, l\u2019iter, l\u2019actus e la via, finendo cos\uec col lasciare abbastanza in ombra problemi altrettanto importanti costituiti dalla funzione complessiva assolta invece da tali figure nelle varie fasi storiche della societ\ue0 romana e dal rapporto fra la loro evoluzione e crescita e la trasformazione di quest\u2019ultima. Le trattazioni del regime giuridico delle vie sono numerose, con filoni di ricerca che non sempre sono riconducibili ad una organica sintesi storiografica, anche per il carattere delle fonti molto spesso discordanti tra loro. Esse recano infatti le tracce di un lungo processo storico, i cui aspetti generali appaiono legati al mutare delle condizioni naturali e delle esigenze economico-sociali, dalla Roma pi\uf9 antica alla espansione 1 imperiale nelle regioni occidentali e orientali del Mediterraneo. Le fonti giuridiche, sono anch\u2019esse eterogenee, e varia \ue8 la problematica discussa nei testi giurisprudenziali e diverse le opinioni dei loro autori. Le soluzioni prospettate dalle fonti sono in certa misura interdipendenti, anche se i giuristi non hanno espresso una visione sistematica e quindi non sempre \ue8 possibile una ricostruzione critica unitaria. Consapevole che nell\u2019interpretare una fonte giuridica romana si dovrebbe guardare a quale sia stata l\u2019intenzione del giurista pi\uf9 che la materialit\ue0 delle espressioni da lui usate, ho cercato di individuare i reali centri di interesse della riflessione dei giuristi classici sulla base dell\u2019interpretazione che i romanisti hanno dato delle fonti in materia. Ho anche cercato di mettere in evidenza come, a seguito della crisi dell\u2019organizzazione statuale che invest\uec l\u2019impero nei secoli V-VI , tutto il sistema viario romano avesse subito un progressivo degrado ad eccezione di poche strade consolari, utilizzate nei secoli successivi per lo spostamento delle truppe, per il commercio del sale e di alcune spezie e per i pellegrinaggi nei luoghi di culto. Per una maggiore completezza del quadro d\u2019insieme ho concluso con alcune considerazioni sulla organizzazione e sulla disciplina del nostro sistema viario moderno, che trova le sue fondamenta nel diritto romano, ricalcandone talvolta pedissequamente i criteri di classificazione

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