research

La \uabfredda\ubb e \uaballegra\ubb impostura dell\u2019abate Vella nella Palermo settecentesca

Abstract

Il saggio delinea una geniale impostura che occup\uf2 la scena palermitana di fine Settecento seguendo la ricostruzione di uno storico ottocentesco, Domenico Scin\ue0, e la sua riscrittura in un romanzo di Leonardo Sciascia. Un solo protagonista, l\u2019abate Vella, nel testo dello storico; due personaggi, il Vella e il Di Blasi, nel "Consiglio d\u2019Egitto" (1963). Scin\ue0, in uno scritto del 1824, presenta l\u2019abate Vella come un avventuriero e ripercorre l'impostura grazie alla quale egli aveva costruito dal nulla una falsa storia della Sicilia, tutta orientata a rafforzare e ampliare prerogative e diritti della monarchia contro le appropriazioni, ritenute indebite, dei grandi feudatari. Nel romanzo storicamente fedele \ue8 la ricostruzione dell\u2019impostura, rigorosamente storici e reali sono i personaggi, tutta sciasciana (nel senso che ci si ritrova l\u2019ideologia, a volte l\u2019ironia, spesso lo sconforto dell\u2019autore) \ue8 l\u2019invenzione narrativa che presiede alla scrittura dei monologhi, dei dialoghi, alla ricostruzione delle situazioni, degli ambienti che fanno da sfondo alle vicende, elementi questi ultimi necessari per costruire \uabil vero romanzesco\ubb. Alla fine, prendendo spunto dall\u2019inganno velliano, altre falsificazioni, altre imposture si materializzeranno nel romanzo: supreme quelle della storia, della scrittura, dei libri e, quindi, della letteratura; \uabtragica\ubb quella della congiura giacobina palermitana del 1795 e del suo fallimento

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