Self-Completion Processes Underlying Social Media Use

Abstract

Perché le persone usano i social media? Applicando la teoria dell'auto-completamento simbolico (SCT; Wicklund & Gollwitzer, 1982), la presente tesi ipotizza che le persone utilizzino i social media per pubblicare contenuti auto-simbolizzanti e raggiungere quindi l'auto-completamento verso le proprie mete identitarie, cioè per condividere simboli di completezza e ripristinare obiettivi di identità incompleti (es., diventare un medico, essere una buona madre). Poiché i nuovi siti di social network hanno caratteristiche ideali per l'auto-simbolizzazione, le persone potrebbero persino essere attratte da tali siti proprio a causa di queste caratteristiche ideali (es., la possibilità di rivolgersi a pubblico in qualsiasi momento). Una prima serie di esperimenti ha testato l’ipotesi per cui gli studenti di medicina e giurisprudenza che percepiscono incompletezza riguardo ai propri obiettivi di identità professionale dovrebbero compensare mettendo in atto comportamenti di auto-simbolizzazione su Instagram, per esempio attraverso la pubblicazione di più simboli relativi alla loro identità obiettivi (es., camici bianchi). Lo Studio 1 ha rilevato che gli studenti di medicina incompleti, proprio come ipotizzato, pubblicano effettivamente più simboli relativi alla medicina rispetto agli studenti completi. Lo Studio 2 ha replicato questo effetto in un campione di studenti di giurisprudenza e ha confermato che i post auto-simbolizzanti degli studenti che si stanno completando online si riferiscono specificamente al loro obiettivo incompleto (cioè la carriera in giurisprudenza) e non ad altri domini completi e/o non pertinenti (cioè la vita universitaria). Lo Studio 3 ha dimostrato che gli studenti di medicina incompleti si impegnano a compensare attraverso la pubblicazione di simboli di completezza solo quando la loro incompletezza si riferisce al loro effettivo obiettivo di carriera e non ad altre carriere a cui non aspirano (es., una carriera in giurisprudenza). Guidato dalla teoria, un quarto esperimento ha esteso questi risultati testando due ipotesi correlate: (a) l'incompletezza dell'obiettivo dell'identità, in quanto stato orientato all'obiettivo, dovrebbe indurre effetti di orientamento, come l'impulsività durante la pubblicazione online, il disinteresse per i contenuti pubblicati dagli altri, irritazione e restringimento dell'attenzione; (b) tutti questi effetti di orientamento dovrebbero essere disinnescati attraverso la pubblicazione di un post auto-simbolizzante su Instagram (cioè un post che contiene simboli di raggiungimento dell'obiettivo e che quindi consente alla persona di ripristinare completezza). Lo Studio 4 ha supportato entrambe le ipotesi, dimostrando che l'incompletezza verso un obiettivo identitario provoca effetti di orientamento specifici volti a facilitare il raggiungimento dell'obiettivo e che la pubblicazione di contenuti auto-simbolizzanti sui social media può risolvere l’incompletezza e far scomparire tali effetti di orientamento. Un'ulteriore serie di studi ha portato la presente linea di ricerca un ulteriore passo avanti, verificando se le persone sono attratte dai social media proprio a causa delle loro caratteristiche ideali per l'auto-simbolizzazione. Sulla base di SCT, abbiamo identificato otto di queste caratteristiche ideali (es., la possibilità di trattare gli altri come un mero pubblico e non come un insieme di individui) e creato varie condizioni manipolate in cui i social media avevano o meno queste caratteristiche ideali, aspettandoci che l'assenza di esse avrebbe ridotto l'attrattiva dei social media e la loro efficienza nel soddisfare i bisogni di auto-completamento. Attraverso due esperimenti, abbiamo trovato un supporto parziale per entrambe queste ipotesi. Lo Studio 5 e lo Studio 6 hanno infatti scoperto che i social media con caratteristiche ideali per l'auto-simbolizzazione erano più attraenti di altri siti, oltre che più efficienti nel soddisfare i bisogni di auto-completamento. Vengono discusse le implicazioni teoriche e pratiche della presente ricerca per una migliore comprensione dei comportamenti dei social media, per prevenire le conseguenze negative dell'auto-simbolizzazione sui social media e per approfondire lo studio dei processi di auto-completamento.Why do people use social media? Drawing on the theory of symbolic self-completion (SCT; Wicklund & Gollwitzer, 1982), the present work hypothesizes that people use social media to engage in self-symbolizing posting and reach self-completion, that is for sharing pertinent symbols of completeness and restore incomplete identity goals such as ‘becoming a physician’ or ‘being a good mother’. Further, since new social networking sites have ideal features for self-symbolizing, people may be attracted to using them right because of these ideal features (e.g., the possibility to address an audience at any time). The first set of experiments tested whether medical and law students who sense incompleteness concerning their professional identity goals engage in compensatory self-symbolizing on Instagram by increasing their posting of respective indicators of goal attainment (e.g., medical white coats vs. court clothes). Study 1 found that incomplete medical students post more medicine-related symbols on Instagram. Study 2 replicated this effect in a sample of law students and clarified that students’ self-symbolizing posts specifically relate to their incomplete goal (i.e., law career) and not to other non-pertinent domains (i.e., university life). Study 3 demonstrated that incomplete medical students only engage in self-symbolizing when their incompleteness refers to their career goal and not to other careers they do not aspire to (i.e., a law career). Driven by the theory, a fourth experiment extended these findings by testing two related hypotheses: (a) identity goal incompleteness—as a goal-oriented state—should induce orienting effects, such as impulsiveness when posting online, disinterest in others’ posted contents, irritation, and narrowing of attention; (b) all these orienting effects should be defused through the publishing of a self-symbolizing post on Instagram (i.e., a post entailing symbols of goal attainment). Study 4 supported both the hypotheses, demonstrating that identity goal incompleteness causes specific orienting effects intended to facilitate goal achievement and that posting self-symbolizing content on social media can resolve incompleteness and make these orienting effects disappear. An additional set of studies took the testing of our self-completion explanation a step further by strictly verifying whether people are attracted to social sites because of their ideal features for self-symbolizing. Based on SCT, we identified eight of these ideal features (e.g., the possibility to treat others as a mere audience) and created various manipulated conditions in which social media had or did not have these ideal characteristics, expecting that the absence of them would have reduced social media’s appeal and their efficiency in satisfying self-completion needs. Across two experiments, we found partial support for both these hypotheses. Study 5 and Study 6 indeed found that social media with ideal features for self-symbolizing were more appealing than other sites, as well as more efficient in satisfying self-completion needs. Theoretical and practical implications of the present research for a better understanding of social media behaviors, preventing negative consequences of self-symbolizing on social media, and deepening the study of self-completion processes are discussed

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