thesis

Effetti delle tironamine sul tessuto epatico

Abstract

La 3-iodotironamina (T1AM), è un metabolita endogeno che s’ipotizza derivare dalla decarbossilazione e deiodinazione dell’ormone tiroideo tiroxina (T4). La somministrazione di T1AM esogeno porta ipotermia, riduzione della gittata e della frequenza cardiaca; è stata inoltre osservata una riduzione del quoziente respiratorio, dato dal rapporto tra CO2 prodotta e O2 consumato, indice dell’aumentata ossidazione di acidi grassi e quindi di uno spostamento dai carboidrati agli acidi grassi come sorgente metabolica preferenziale. La somministrazione di T1AM modula inoltre la secrezione di insulina, è stato infatti osservato che l’iniezione intraperitoneale di T1AM nei topi, genera un incremento del livello di glucosio nel sangue e diminuisce i livelli di insulina. L’osservazione in letteratura, che topi spontaneamente obesi trattati cronicamente con T1AM mostrassero, a livello del fegato, una variazione nell’espressione delle sirtuine e dell’enzima glucochinasi, ha portato a indagare più in dettaglio sulla variazione nell’espressione di tali proteine in un modello di fegato. Lo scopo di questa tesi è stato dunque quello di valutare tramite Western Blot, la variazione nell’espressione proteica delle sirtuine e della glucochinasi in cellule trattate con T1AM. Per effettuare questo studio sono state utilizzate due linee cellulari come modello di fegato, le HepG2 (carcinoma epatocellulare umano) ed epatociti primari di ratto ottenuti tramite perfusione con collagenasi. Tutti gli esperimenti sono stati poi ripetuti sulle stesse linee cellulari trattate però con T3, molecola strutturalmente simile alla 3-iodotironamina, derivante dalla tiroxina. Inizialmente sono stati svolti saggi di vitalità cellulare, mediante il test MTT, su cellule di entrambe le linee cellulari trattate con T3 o T1AM, così da avere una preliminare idea degli effetti di queste due molecole sulla cellula in toto. Nelle cellule trattate con T1AM è stata notata una diminuzione della vitalità cellulare, che risulta preferenziale nelle cellule tumorali piuttosto che negli epatociti primari, questo effetto richiederà però ulteriori indagini. Il trattamento delle HepG2 e degli epatociti primari con T3 non sembra invece avere lo stesso effetto indotto dalla T1AM e la vitalità cellulare rimane pressoché la invariata. In entrambe le linee trattate con T1AM è stata osservata una sottoespressione della sirtuina 4, confermando risultati già precedentemente osservati nel fegato di topi spontaneamente obesi trattati cronicamente con T1AM. L’espressione proteica della glucochinasi non è invece risultata alterata in nessuna delle linee analizzate trattate con T3 o T1AM. Inoltre sono state osservate una diminuzione nell’espressione della sirtuina 1, comune a cellule HepG2 trattate con T1AM o T3, e una riduzione dell’espressione della sirtuina 2 solo in presenza di T3 in entrambe le linee cellulari. Considerato che variazioni di espressione delle sirtuine 1 e 2 sono correlate alla tumorigenesi a livello epatico e in altri tessuti, una maggior comprensione del meccanismo regolatorio mediato dalla T1AM e dalla T3 potrebbe essere utile nella terapia antitumorale

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