La tesi ricostruisce la disciplina riguardante gli scarichi di acque reflue industriali, ripercorrendo, anzitutto, le principali tappe della normativa in materia di tutela delle acque dall’inquinamento. In particolare, si rileva come, rispetto alla prima legge in materia (l. n. 319/1976, c.d. legge Merli), il legislatore adotti, a partire dal d.lgs. n. 152/1999 (c.d. Testo Unico delle acque), un approccio completamente nuovo, volto a regolare in modo organico non un singolo settore, ma l’intero ciclo delle acque, soprattutto attraverso il criterio del collegamento dei limiti di emissione degli scarichi agli obiettivi di qualità dei corpi idrici. Tale approccio integrato alla tutela delle acque sarà consacrato dalla Direttiva 2000/60/CE (c.d. Direttiva Acque) e confermato dalla normativa vigente, contenuta nel d.lgs. n. 152/2006 (c.d. Codice dell’ambiente). Nella trattazione, si descrive il percorso evolutivo della nozione di «scarico» e si delineano le diverse tipologie di acque reflue, con particolare riguardo alla definizione di «acque reflue industriali» e alla questione, molto dibattuta, dell’assimilabilità delle acque meteoriche di dilavamento ai reflui industriali. In seguito, si individuano le norme sui divieti di scarico, nonché sugli scarichi contenenti sostanze pericolose. Si ricostruisce poi il sistema autorizzatorio, anche con riferimento alle discipline dell’AIA e dell’AUA. Infine, si conclude con la descrizione dell’attività di controllo e del relativo regime sanzionatorio