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L'assegnazione della casa familiare nella crisi delle coppie di fatto

Abstract

Questo elaborato si propone di affrontare l'assegnazione della casa familiare nella patologia del rapporto di coppie non unite dal vincolo del matrimonio, alla luce della recente riforma del d.lgs. 154/2013. Dopo un'attenta ricognizione della disciplina generale in tema di assegnazione della casa coniugale nelle procedure di separazione e di divorzio, il lavoro si focalizza sulla sorte della casa familiare a seguito di crisi nelle coppie di fatto, evidenziando il mancato riconoscimento giuridico da parte del nostro ordinamento e, di conseguenza, l'insufficiente considerazione normativa di tali situazioni. Eppure, il legame fra casa familiare quale centro degli affetti e consuetudini di vita, e coppie di fatto che abbiano instaurato una convivenza stabile e duratura alla stregua di quella comunione di vita materiale e spirituale peculiare dello stato coniugale, si rivela talvolta fondamentale. Soprattutto in presenza di figli, il cui interesse deve essere considerato prioritariamente ex lege, ed i quali hanno diritto a permanere nella casa familiare a seguito di carenza dell'affectio tra i genitori non sposati. I titoli giuridici di detenzione più diffusi, oltre alla proprietà, sono la locazione ed il comodato, con relativa disciplina differenziata. Vengono inoltre esposti gli strumenti che possono essere esperiti a baluardo dell'interesse del convivente più debole e dei figli a rimanere nell'habitat domestico, quali l'ordine di allontanamento dalla casa familiare ed il procedimento della “crisi” tra genitori non coniugati, e la tutela successoria. La giurisprudenza ha avuto un rilievo fondamentale, dapprima la Corte Costituzionale con la storica sentenza n. 404/1988,e più di recente la Corte di Cassazione con le sue pronunce concernenti convivenza more uxorio e diritti in materia di possesso e comodato

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