Ruolo dell’infiltrato infiammatorio nel carcinoma tiroideo

Abstract

L’infiammazione è un processo fisiologico protettivo che l’organismo utilizza in risposta al danno tissutale, innescato dall’azione dannosa di agenti fisici, chimici e biologici, il cui obiettivo finale è l’eliminazione della causa iniziale di danno tissutale o cellulare. L’esistenza di una relazione tra infiammazione cronica e cancro è stata per la prima volta proposta da Virchow nel 1863 ed è stata confermata da evidenze cliniche ed epidemiologiche. In questo studio abbiamo caratterizzato i componenti dell’infiltrato infiammatorio e i fattori proinfiammatori in una serie consecutiva di carcinomi tiroidei differenziati e anaplastici. La loro incidenza è in continuo aumento e l’andamento prognostico di tali neoplasie è duplice, forme differenziate ad evoluzione benigne e forme molto più aggressive. Tale frequenza e tale duplice andamento non sono ancora stati interpretati, potrebbero essere dovuti per esempio all’alterazione dei circuiti di promozione della crescita e della proliferazione, oppure allo sconvolgimento dei normali sistemi di omeostasi tissutale. Ma un ulteriore, affascinante progresso nella comprensione dei meccanismi di sviluppo delle neoplasie umane è stato compiuto con l’individuazione del contributo delle cellule infiammatorie presenti nel tessuto tumorale alla produzione di fattori di crescita, di fattori pro-angiogenetici, di citochine ed enzimi litici che favoriscono la proliferazione e le capacità invasive delle cellule neoplastiche. Quindi il nostro studio verterà sulla caratterizzazione di alcuni componenti dell’infiltrato infiammatorio correlato alla neoplasia mediante l’utilizzo di anticorpi diretti verso i macrofagi e i mastociti, e sulla determinazione dell’espressione tramite immunoistochimica di alcune chemochine (CXCL10/IP10, CXCL1/GRO-α, CCL2/MCP1) coinvolte nella chemotassi delle cellule infiammatorie sopramenzionate e a loro volta elementi di congiunzione tra alterazioni molecolari cardine dello sviluppo del carcinoma papillare, come la mutazione di BRAF, e l’infiammazione cronica tumore associata. Valuteremo inoltre la presenza di una correlazione tra l’espressione di questi elementi, i fattori clinico-patologici e la presenza e intensità della tiroidite. Infine verificheremo l’esistenza di una relazione tra il grado di espressione di tali proteine e la quantità di mRNA prodotto dalle cellule tumorali. Inoltre cercheremo la correlazione tra lo stato mutazionale dei carcinomi tiroidei analizzati e l’espressione delle tre chemochine selezionate

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