Impronta ambientale degli allevamenti montani di vacche da latte

Abstract

L’obiettivo era quello dianalizzare l’impronta ambientale (metodo Life Cycle Assessment) della produzione di latte inallevamenti bovini delle Alpi orientali. Lo studio (Progetto TOPValue, Programma Interreg V-A Italia-Austria 2014-2020)ha coinvolto 75 aziende (38±25 UBA, 20.9±5.4 kg/vacca/ddi latte corretto per il tenore di proteina e grasso), per le quali sono stati raccolti dati circa la gestione degli animali e dei reflui, le produzioni agrarie e gli approvvigionamenti extra-aziendali. Gli indicatori di sostenibilità sono stati i seguenti: impronta del carbonio (CC, kg CO2-eq), del potenziale eutrofizzante (EP, g PO4-eq), per 1 kg di latte (1.2±0.2 kg CO2-eq e 6.0±1.7 g PO4-eq) e per 1 m2di superficie agraria (0.5±0.2 kg CO2-eq e 2.7±1.0 g PO4-eq), e l’efficienza di conversione dell’energia grezza degli alimenti potenzialmente edibilida parte dell’uomo (HeECR, MJ alimenti/MJ latte). Gli indicatori sono stati testati per l’effetto della classe di dimensione aziendale (3 classi) e per l’effetto dell’uso del pascolo per le vacche in produzione (presenza/assenza). L’effetto dimensionale non è risultato significativo per nessun indicatore. Le aziende con vacche in produzione al pascolo presentano valori simili di impatto (CC e EP) per 1 kg di latte, significativamente inferiori (P<0.01) per 1 m2e circa HeECR (-41%), rispetto le aziende con vacche in stalla tutto l’anno. I risultati mostrano come le aziende a gestione più tradizionale (aziende di piccola scala che utilizzano il pascolo) riescano a sfruttare in modo ottimale le risorse foraggere locali senza penalizzazioni circa la loro impronta ambientale

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