Negli ultimi anni, il tema della media impresa ha costituito oggetto di numerose indagini, condotte in particolare da studiosi italiani, volte a comprenderne diversi aspetti, quali le caratteristiche strutturali (in termini di organizzazione, finanza, processi produttivi, ecc.), i principali comportamenti strategici, i fattori critici di successo, nonch\ue9 le performance economico-finanziarie. Elemento comune di gran parte dei contributi \ue8 per\uf2 la ricerca delle specificit\ue0 proprie della media impresa, quale categoria concettuale a s\ue9 stante, che la distinguono dalle piccole e medie imprese e da quelle di grandi dimensioni.
Nell\u2019ambito di questi contributi, uno spazio piuttosto limitato \ue8 stato attribuito allo studio delle caratteristiche di governance e degli assetti proprietari di tali imprese: gran parte delle analisi, infatti, si limita a considerare un dato di fatto la tendenziale coincidenza tra propriet\ue0, di tipo familiare, e controllo, con conseguente modello di governo \u201cimprenditoriale\u201d, piuttosto stabile nel tempo. Alcune analisi si soffermano anche sulla progressiva apertura dei vertici aziendali a manager professionisti, ma relativamente a questa tematica mancano ancora studi approfonditi, in particolare di tipo empirico.
Il presente contributo si prefigge, quindi, l\u2019obiettivo di colmare tale lacuna, focalizzando l\u2019attenzione sugli assetti di governo e sulle relazioni tra propriet\ue0 e controllo tipici delle medie imprese quotate italiane, su cui questo volume \ue8 incentrato. Tale campione appare particolarmente interessante da approfondire, in quanto le imprese che si aprono alla quotazione detengono solitamente assetti di governance maggiormente dinamici e articolati, nonch\ue9 pi\uf9 elevate occasioni di conflitto tra azionisti e management