La neuroborreliosi è una malattia che colpisce il 50% dei soggetti punti da zecca ed esordisce, nella maggior parte dei casi, con sintomi legati al coinvolgimento del 7°nervo cranico. Caso clinico: si descrive il caso di un bambino di 10 anni ricoverato per diplopia scrivibile a neuroborreliosi con interessamento atipico del 6° nervo cranico. Nei 10 giorni precedenti il ricovero, erano presenti dolore addominale e vomito seguiti da cefalea e diplopia. L’esame oftalmoscopico, il test di Cover e di Hess-Lancaster confermavano la diplopia ed evidenziavano neurorisentimento del 6°nervo cranico. L’esame obiettivo generale era nella norma; la visita neurologica evidenziava: diplopia nello sguardo frontale e di lateralità bilaterale con atteggiamento viziato del capo e del tronco, testa inclinata sulla spalla sinistra lievemente innalzata rispetto alla destra. Test ematici di routine, EEG, TAC cerebrale, RMN encefalo erano nella norma. La sierologia (EIA) per Borrelia documentava la presenza di IgM specifiche (confermate dal Western blot), e l’assenza di IgG. Due rachicentesi effettuate prima della terapia antibiotica evidenziavano dapprima un liquor limpido ed iperteso, (Gb 46/mm3;95% linfomonociti); successivamente normoteso (Gb 30/mm3 in prevalenza di monociti) con positività IgG (EIA test a cattura, Index positivo) ed IgM (Index negativo). Il paziente iniziava terapia con ceftriaxone 2 gr/die e.v. sospesa dopo 10 giorni per iperpiressia (39°C), esantema diffuso ed astenia. Proseguiva con doxiciclina 100mg/die per altri 10 giorni. Dopo 12 giorni di terapia la diplopia era regredita; i controlli oftalmoscopici (Test di Hess-Lancaster,Test di Maddox) e neurologici si normalizzavano dopo circa 2 mesi. Un follow-up a 10 mesi evidenziava la risoluzione completa della sintomatologia e la persistenza di IgM sieriche anti-Borrelia. Conclusioni: l’interesse di questo caso risiede non solo nell’esordio atipico della neuroborreliosi con diplopia per interessamento del 6° nervo cranico, ma anche nell’assenza di IgG specifiche sieriche anche a 10 mesi di distanza dall’esordio della malattia e per la persistenza delle IgM