Le procedure per valutare lo spostamento che può subire un pendio sotto l’azione sismica tipicamente si riferiscono a tre diverse classi di metodi: 1) relazioni semplificate; 2) metodi degli spostamenti (o analisi dinamica semplificata) e 3) analisi dinamica avanzata. Tali approcci differiscono sostanzialmente dal grado di conoscenza del modello geotecnico del pendio e dell’azione sismica richiesta. In particolare, la seconda classe di metodi presenta un buon compromesso tra la facilità di applicazione, legata a schemi di pendio semplificati, e l’affidabilità dei risultati che rende tali metodi competitivi rispetto alle analisi dinamiche avanzate. I metodi degli spostamenti prendono origine dal modello di blocco rigido di Newmark (1965) e dalla rimozione delle ipotesi che ne stanno alla base. In particolare l’ipotesi stessa di “blocco rigido” può essere rimossa attraverso due approcci: a) approccio “disaccoppiato”, in cui la deformabilità dei terreni che causa la risposta dinamica del sito e gli spostamenti del blocco sono calcolati separatamente o b) approccio “accoppiato” in cui la risposta del sito è valutata contemporaneamente nelle fasi di adesione e scorrimento del pendio.
In questa nota, si sintetizzano gli sviluppi del codice ACST, implementato da Ausilio et al. (2008),
effettuati nell’ambito del progetto ReLUIS MT 1.2 “Linee guida e codici per analisi di risposta sismica locale”. In particolare, si è introdotta la non linearità nell’analisi della risposta dei terreni attraverso la formulazione modificata dei criteri di Masing secondo la recente formulazione di Phillips & Hashash (2009). Si è, inoltre, implementata una procedura che permette di individuare automaticamente, durante il calcolo, la superficie di scorrimento di prima rottura. I risultati in termini di risposta sismica e spostamenti cumulati sono stati confrontati con quelli ottenuti con la prima versione del codice