Gravidanza e diabete. Studio delle rappresentazioni mentali in un gruppo di donne con diabete mellito gestazionale (GDM).

Abstract

Introduzione e principali riferimenti in letteratura Il diabete mellito gestazionale (GDM) è tra le più frequenti complicanze della gravidanza e, se non riconosciuto e adeguatamente trattato, è ancora associato ad elevata morbilità materno-fetale (ADA, 2003). A fronte dei numerosi studi condotti in ambito medico-scientifico e dei consistenti progressi negli ambiti della diagnosi e del trattamento del GDM, ad oggi appare poco indagato il ruolo delle dinamiche psichiche che si attivano nelle gestanti con questa patologia e che possono avere un effetto sul benessere della madre e del nascituro (Tambelli, Errante, 2009; Singh, Lustman, Clouse, 2004; Badii, 2001; Langer, Langer, 2000). Obiettivo generale del nostro studio è stato quello di analizzare la qualità delle rappresentazioni materne in un gruppo di gestanti con diagnosi positiva per GDM, al fine di valutare se i vissuti legati alla diagnosi e alla gestione della gravidanza diabetica potessero rappresentare fattori in grado di influenzare le rappresentazioni di sé e del futuro bambino, nelle donne con questa problematica. Metodo Sono state reclutate 64 gestanti, 32 con diagnosi positiva per GDM e 32 con diagnosi negativa per GDM, di età compresa tra i 22 e i 42 anni (Media=33,8; DS=4,5). A tutte le donne è stata somministrata l’IRMAG-R, Intervista per le Rappresentazioni Materne in Gravidanza (Ammaniti et al., 1995), e il questionario Symptom Check List-Revised, (SCL-90-R, Derogatis, 1994) per la valutazione della sintomatologia psichica. Risultati Un primo livello di analisi, puramente descrittivo, ha evidenziato, in entrambi i gruppi, una prevalenza di gestanti con rappresentazioni del tipo integrate-equilibrate. La statistica del Chi quadro ha evidenziato una differenza non significativa ( =4.667; gdl=2; p=0.097) tra gestanti GDM e non GDM, rispetto alla distribuzione delle rappresentazioni materne. Le ANOVA condotte considerando i punteggi delle gestanti alle sette dimensioni relative alla rappresentazione di sé come madre e del bambino hanno confermato la mancanza di differenze statisticamente significative tra i due gruppi. Infine, non si sono evidenziati effetti significativi del gruppo d’appartenenza delle gestanti (GDM/nonGDM) sulle scale sintomatologiche dell’SCL-90. Discussioni e conclusioni I risultati ottenuti sul nostro campione indicano che il GDM non costituisce un fattore in grado di influenzare negativamente le rappresentazioni delle gestanti né il loro benessere psicologico. L’analisi dei contenuti delle narrative suggerisce che ciò potrebbe essere dovuto, da una parte, alla percezione di non cronicità della patologia e, dall’altra, alla funzione protettiva rappresentata dalle specifiche modalità di presa in carico multidisciplinare delle donne con GDM, attuate presso la struttura in cui le partecipanti sono state reclutate. Il confronto con gruppi reclutati presso altre strutture, che seguono differenti iter diagnostici e terapeutici, potrebbe chiarire questi aspetti. Inoltre, studi di follow up potranno evidenziare se la condizione di benessere delle donne con GDM persista anche nel puerperio

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