Trattamento funerario differenziale di neonati di epoca tardo-romana. Le deposizioni di infanti e cani a Peltuinum.

Abstract

È indubbio che la ricostruzione delle caratteristiche demografiche delle popolazioni antiche trovi il suo maggiore ostacolo nella sottostima degli scheletri infantili recuperati dai contesti cimiteriali. Mentre i modelli di riferimento prevedono, infatti, una mortalità nei primi anni di vita superiore al 30% dei decessi totali nelle popolazioni pre-industriali, gli scavi di necropoli raramente restituiscono tali proporzioni. Fattori casuali, quali il minor grado di mineralizzazione dello scheletro in accrescimento, processi post-deposizionali, scavi e recuperi parziali del materiale scheletrico, sono oggi ritenuti marginali; molto più credito viene attribuito invece a scelte culturali che implicano trattamenti differenziali - sia nelle modalità che nei luoghi - degli infanti rispetto al resto della popolazione. Nell' ambito della ricerca sulla città romana di Peltuinum (AQ), i recenti scavi del teatro forniscono nuove ed interessanti indicazioni in tale senso. I pozzetti antistanti il muro del pulpitum , connessi al sistema di funzionamento del sipario, hanno restituito numerosi resti di feti e neonati umani, in associazione a resti di cani e di altra fauna.The symbolic value of water as a vector to the prenatal life or deities drives the choice to bury the bodies in underground environments. It can therefore be assumed that the disused wells of the theater have been considered the most suitable place for infants burial in a rural area. Thus, the particularity of the deposition and the high concentration of perinatal deaths, are likely connected to cultural practices, involving a differential treatment of infants, in association with an high risk of mortality at birt

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