Progetto di concorso (“U.I.A. International Union of Architects, with the patronage of Unesco, (Tunisi, Tunisia) / International ideas competition ‘Architecture and Water’, Motto: ‘CA 0708’, 2001. Titolo dell'opera: ‘Il Colosso di Cagliari, 2001’”)

CALCAGNILE, Luigi

Italian

Archivio della ricerca- Università di Roma La Sapienza

42AARTE/ RCHITETTURA/AMBIENTEIl “Colosso di Cagliari” Luigi CalcagnileAbstract.The previous history: People tell about a coming from distance Madon-na in a wooden box drifted because of a shipwreck. Run aground on Cagliari golfshore, She manages to soothe a pestilence (hence the name of “Madonna di Bona-ria”), walking up the hill fronting the sea, where there is a church which would havebeen dedicated to Her since that moment. The Project: What I mean to do is translating the event into architecture “masts”,“stays”, “yards”, “spankers”, “oars”, “bulkheads”, “upright stem”, “bilge-blocks”,“planking”, “bar keel”, “bridge truss”, “cordage”, “rudder”, dragged by sea cur-rents meet “dry land” where they still express the will to give shape to habitability. Utilitas: “Lighthouse”; harbour and customs activities  docking wharves, free-time,sailing-boat, regattas; ship-yard. And much, much more.Firmitas: Selected tectonics and technology are perfectly answering to describe,an architecture desirous of putting together the “pieces” of a lost unity. Venustas: Notions of “open work”, “non-finished” and “fragment” intervene to givea strong architectural form, while the remainder of the prow, peremptorily rises up- new “Colossus of Cagliari” —an access door available to be crossed by differentcultures, various religions, all kinds of people.L’antefattoSi racconta di una Madonna venuta dalontano in una cassa andata alla derivaa seguito di naufragio. Arenatasi sullido del golfo di Cagliari, provvede asedare una pestilenza (di qui il nome di“Madonna di Bonaria”), risalendo il col-le prospiciente il mare dove sorge unachiesa che da allora verrà a Lei dedica-ta. Un grano di storia insomma. Quan-to basta ad imbastire la metafora diprogetto e a definirne il tema. Il progettoL’idea è quella di tradurre l’evento infatto architettonico. Ed ecco che ele-menti del relitto, “alberi”, “stralli”,“pennoni”, “rande”, “remi”, “paratie”,“dritto di prora”, puntelli”, “fasciame”,“chiglia”, “travature”, “cordami”,“timoni”, trascinati dalle correnti mari-ne trovano la terra ferma e lì esprimo-no ancora la volontà di configurareabitabilità, sia pure con valenze di usoe di significato inedite, eccentriche.Le geometrie coinvolte risentonoQuesto contributo è la sintesi progettuale pro-posta per il Concorso Internazionale “Archi-tecture and Water”, U.I.A., Region “I”, catego-ria “A”,  nel 2001Cagliari, area del Concorso e localizzazione dell’intervento progettuale “Il Colosso di Cagliari”43 AARTE/ RCHITETTURA/AMBIENTEdegli effetti di deriva e l’angolato, l’in-cidentalità, l’interferenza regnanosovrane, senza tuttavia rinunciare aconfrontarsi con l’ortogonalità dellacenturiazione, vera e propria “secon-da natura” da quelle parti.Tre figure dominano su tutte: il “carat-tere interrotto”, l’ ”accatastamento” e il“ricominciamento”. Nella prima rientracertamente la scena di un naviglio,visto nella doppia condizione di demo-lizione/costruzione comunque desti-nata a restare incompiuta. C’è poi chia-ra l’immagine della foresta primigenia,una foresta costretta a spostarsi muni-ta di palafitte sull’acqua, quasi rivincitadel sopruso subito. Alberi abbattuti esubito risarciti. E giusto lì, nella foresta,dove disboscamento, luce, spazio,luogo, riavviano il ciclo della vita, del-l’abitare, del ricominciamento, appun-to, sempre uguali e sempre diversicome l’onda del mare.Utilitas“Faro”; punto di riferimento territoria-le, relazioni fisico-spaziali con la città,collimazioni reali e virtuali; attività por-tuali e doganali (ufficio meteorologi-co, capitaneria di porto, terminal,strutture ricettive, centro multimedia-le, stazione di biologia marina); moli diattracco, scali di alaggio, imbarcade-ri, moli frangiflutti; tempo libero, vela,regate; cantieristica navale. E molto,molto altro ancora.FirmitasTettonica e tecnologia prescelte sonoperfettamente utili a descrivere,anche sotto il profilo strutturale, lacondizione di un’architettura deside-rosa di rimettere comunque insieme“pezzi” di una unità perduta, senzatuttavia rinunciare a dare rispostacongrua ai condizionamenti di naturageologica, idrogeologica, nonché diventi dominanti, correnti e maree. VenustasLe nozioni di “opera aperta”, “non-fini-to” e “frammento” intervengono a dareal commesso architettonico un fortevalore icastico, mentre il residuo di pruache sembra gridare “mi spezzo ma nonmi piego”, si erge perentorio verso l’al-to a fissare - novello “Colosso diCagliari” - la “Porta”, una “porta diaccesso” cioé disponibile a lasciarsiattraversare dalle diverse culture, dallevarie religioni, dalle molteplici etnie.Vedute del plastico

Il "Colosso di Cagliari"

https://iris.uniroma1.it/bitstream/11573/100301/1/Il%20%2522Colosso%20di%20Cagliari%2522%20copia.pdf

Il "Colosso di Cagliari"

Abstract

Similar works

Full text

Available Versions

Archivio della ricerca- Università di Roma La Sapienza