La pratica regolare di esercizio fisico, cioè di attività motoria strutturata determina in soggetti con disabilità locomotoria, ed in particolare in soggetti con mielolesione (tetraplegici e paraplegici), effetti benefici sulla salute. Tali effetti salutari consistono nel miglioramento dell’efficienza cardiovascolare e respiratoria (con un ridotto rischio di incorrere in malattie conseguenti all’aterosclerosi), miglioramento della “fitness” muscolare (forza massima e capacità di protrarre l’esercizio a differenti livelli di contrazione sottomassimale) ed un generale miglioramento
della funzionalità motoria con conseguente maggiore autonomia e ridotto stress cardiocircolatorio nelle attività della vita quotidiana. Dagli anni ‘70 in poi, parallelamente al suo
uso di tipo fisiatrico, lo sport per i soggetti
disabili si è andato sempre più evolvendo,
acquistando popolarità e valenza agonistica
sempre maggiore tanto da potersi ora considerare,
in termini di spettacolo e di significato
sociale, alla stessa stregua dello sport per i
normodotati. Oggi le Paralimpiadi estive sono
considerate per importanza il secondo evento
sportivo al mondo (www.paralympic.org). Poichè la pratica sportiva non è però esente da rischi è fondamentale una accurata valutazione dello stato di salute degli atleti che raggiungono l'obbiettivo di gareggiare a livello paralimpico. sulla base di una ventennale esperienza iniziata con le visite paralimpiche di Seoul ‘88, frutto di una collaborazione tra la Scuola di Specializzazione in Medicina dello Sport dell’Università di Roma “Sapienza”, diretta dal Prof. Marco Marchetti, e la allora Federazione Italiana Sport Handicap, è stata messa a punto la visita di idoneità paralimpica