Le migrazioni clandestine tra Tunisia, Libia e Italia: itinerari dei migranti e gestione da parte degli stati

Abstract

Sottomessi ad una doppia pressione dal Sud e dall’Est, i paesi comunitari trovano grandi difficoltà ad elaborare politiche migratorie coerenti ed equilibrate sia a livello nazionale che a livello comunitario a causa della contraddizione di fondo tra liberalizzazione della circolazione degli individui nello spazio europeo (resasi ancora più agevole con la caduta dei regimi comunisti) e timore di dover accogliere masse di popolazione attirate dall’immagine di prosperità economica, sicurezza e protezione della persona. Di fronte alle sfide della globalizzazione dei flussi migratori, la principale risposta è stata quella di adottare dispositivi istituzionali sempre più restrittivi in un quadro di evoluzione legislativa che ha tentato di esprimere la convergenza delle politiche nazionali di gestione delle dinamiche migratorie. In tale tentativo, una delle principali difficoltà che si è dovuta affrontare risiede nella dimensione transnazionale della mobilità, dimensione che imporrebbe una risposta globale, vale a dire, comunitaria. La questione degli immigrati extracomunitari e della loro integrazione nel tessuto sociale, economico e politico costituisce uno dei campi ove la sovranità nazionale resiste persino in termini di integrazione comunitaria stessa. Appare evidente, quindi, quanto le questioni sollevate dal fenomeno migratorio dipendano da fattori politici ed economici e quanto risultino insufficienti le misure di “semplice” controllo di polizia

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