Vecchi omicidi (di donne), nuovi femminicidi. Nomina sunt consequentia rerum?

Abstract

La necessità di un altro tassello. Ancora su grammatica e sessismo. Perché un nuovo volume di Grammatica e sessismo a distanza di quasi tre anni dal primo?, si potrebbe domandare il lettore che si sia trovato per le mani il primo volume di questa serie o che, ignaro dell’esistenza di un seminario di studi con questo titolo, giunto ad annoverare un totale di tre edizioni1 a partire da quella di aprile 2012 (quella i cui materiali sono stati ospitati, per l’appunto, in Grammatica e sessismo), sia stato attratto dalla presenza del numerale in copertina di questo volume. Per dare risposta a entrambe queste possibili domande, oltre che per fornire uno spunto introduttivo ai tanti contributi presenti in questa raccolta di saggi, si dirà che è per via della tante suggestioni e dei commenti che hanno fatto seguito, spesso per mesi e rilanciati attraverso la rete, alla pubblicazione del primo atto di questa iniziativa destinata a durare e a ripetersi nel tempo. Il tempo sembra, infatti, non risolvere ma, anzi, rendere necessaria la formazione di una visione più complessa del sessismo, fenomeno connesso insieme con il micro e con il macrosociale, intesi nel senso più letterale del termine e meno in quello definito nell’ambito di paradigmi di ricerca squisitamente sociologici, eteroclito e per questo de-finibile solo per mezzo di una sinergia di saperi e di competenze

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