Tassazione aziendale e sospetti di fittizieta` degli acquisti «da paradisi fiscali»

Abstract

Il timore dei costi attribuiti ad aziende residenti da parte di fornitori operanti in Paesi a bassa fiscalita` e` molto forte, assieme al sospetto verso tutto cio` che accade all’estero e alla diffidenza degli uomini di legge verso quelli che sembrano «strani riti» di organizzazione aziendale. Queste diffidenze possono portare pero` alla tassazione di ricchezza fittizia quando non tengono conto della possibilita` che sia il fornitore estero a collocarsi in un Paese a bassa fiscalita`, per nascondere ricchezza al Fisco del proprio Paese. Occorre quindi stabilire se la struttura «del paradiso» operi al servizio del cliente o del fornitore: a questo scopo e` determinante il valore normale delle prestazioni oggetto dell’operazione; anche tra soggetti indipendenti il valore normale e` una cartina di tornasole per capire se la societa` del paradiso fiscale e` interposta, e soprattutto «per conto di chi», come conferma la circolare n. 51/E del 2010 dell’Agenzia delle entrate

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