Dalle alluvioni del Salernitano del 1954 a quella di Atrani nel 2010 la ricorrenza degli eventi registra una tendenza
crescente incrinando l’accezione stessa di eccezionalità del fenomeno calamitoso. In coda ormai ad un decennio di
continua attivazione dei comparti tecnico-scientifici di settore, il supporto della ricerca scientifica agli strumenti di misura
e mitigazione della pericolosità idraulica si concretizza particolarmente nella codifica di modelli matematici e numerici
per la simulazione preventiva dei fenomeni generativi e di quelli propagativi dell’evento alluvionale. Lo studio
ricostruisce l’evento di flash flood che il 9 Settembre 2010 ha investito l’abitato di Atrani (Costiera Amalfitana). Grazie
ad una dettagliata attività di rilievo di campo, nei giorni immediatamente successivi all’evento, è stato possibile stimare
alcune caratteristiche del fenomeno tra cui i valori di riferimento per i tiranti e le velocità della corrente. La formazione
della piena è stata ricostruita attraverso il modello afflussi-deflussi geomorfologico del tipo WFIUH (Width Function
Istantaneous Unit Hydrograph). L’idrogramma così ottenuto ha costituito la condizione al contorno di monte per la
simulazione delle dinamiche propagative dell’onda di piena in area urbana. Per lo studio idraulico ci si è avvalso di
un codice matematico-numerico originale (2D FLATModel) operante su griglie di calcolo non-strutturate. Gli strumenti
utilizzati hanno fornito una simulazione dell’evento in buon accordo con le osservazioni di campo dimostrandosi quindi
adeguati per la simulazione e la previsione degli eventi di flash flood in contesti analoghi a quello di studio