Che tempo di donna \ue8? Identit\ue0 di genere tra sessismo moderno e oggettivazione del corpo

Abstract

A distanza di mezzo secolo dalla proclamazione internazionale dell\u2019uguaglianza tra uomo e donna (Assemblea Generale dell\u2019ONU il 7 novembre 1967), attraverso le conquiste civili dagli anni Settanta ad oggi, dal diritto di divorzio, alla riforma del diritto di famiglia, all\u2019abrogazione della legge sul delitto d\u2019onore fino al riconoscimento della violenza come reato contro la persona e alla configurazione dei reati di stalking come \uabreati persecutori\ubb (2009), si pone l\u2019esigenza di fare una riflessione sull\u2019effettiva realizzazione dell\u2019uguaglianza di genere, sulla percezione e rappresentazione sociale dei generi e sulle relazioni tra i sessi. Questo lavoro propone un approccio psicosociale sui processi dell\u2019identit\ue0 di genere oggi attraverso un approfondimento del tema del sessismo, forma moderna di pregiudizio, da un lato e dell\u2019oggettivazione del corpo femminile dall\u2019altro. La teoria del sessismo ambivalente presuppone un atteggiamento duale nei confronti delle donne fatto da un lato di ostilit\ue0 classica e visione tradizionale dei rapporti tra i generi e dall\u2019altro di un sessismo sottile e benevolo. I media certamente concorrono alla formazione dell\u2019identit\ue0 di genere anche attraverso l\u2019uso massiccio degli stereotipi di genere e l\u2019utilizzo del corpo delle donne spesso strumentalizzato e oggettivato. La sessualizzazione dell\u2019immagine femminile porta a conseguenze importanti nella vita delle donne, in quanto l\u2019oggettivazione del corpo perde di vista la completezza della persona per concentrarsi sul corpo, o parte di esso, ridotto a mero strumento sessuale

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