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Introduzione

Abstract

L\u2019opera di Vincenza Garofalo, \u201cUnbuilt. Quattro progetti di Alberto Sartoris", assume la forma di una ricerca fondata su un dispositivo metodologico e culturale ampio che penetra in profondit\ue0 nei territori dell\u2019analisi filologica, dell\u2019estetica, della critica architettonica e, naturalmente, della \u201cScienza della Rappresentazione\u201d. Il campo di indagine \ue8 quello degli esiti di una sperimentazione progettuale che non si traduce in concreta forma fisica, per mezzo dell\u2019atto del costruire, e che per questo necessita di pratiche esperenziali estese che implicano maggiori livelli di approfondimento critico-relazionali e specificit\ue0 disciplinari in grado di fare avanzare la \u201cpercezione\u201d in direzione di una vera \u201cconoscenza\u201d. E se l\u2019interpretazione implica l\u2019assunzione di un punto di vista personale, esso appare rigorosamente fondato nei principi e nello statuto della disciplina del disegno, senza concessioni a distrazioni e a virtuosismi grafici fine a se stessi. Utilizzando la formula che August Boeckh adopera come titolo per una raccolta di studi ermeneutici, si potrebbe dire che l'opera propone, senza ambiguit\ue0, una \u201cconoscenza del conosciuto\u201d . Ma non si tratta di un mero actum agere e nessuna delle descrizioni dei progetti di Sartoris, anche quelle necessariamente assiomatico-intuitive, si risolvono in una tautologia; piuttosto, alla luce delle nuove rappresentazioni, soprattutto quelle di ricostruzione digitale tridimensionale, che scandagliano le forme spaziali, i significati delle quattro opere si ordinano in una comprensione completa che mette in luce situazioni e valori inaspettati. Il lavoro compiuto appare, quindi, come una explicata nell\u2019ambito della riscrittura grafica tutta interna alla dimensione del logos, poich\ue9 la rappresentazione ancor prima di essere espressione del visibile \ue8 riflessione concettuale

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