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ESISTE IL PATERNALISMO PENALE? UN CONTRIBUTO AL DIBATTITO SUI PRINCIPI DI CRIMINALIZZAZIONE

Abstract

Da tempo si discute se il paternalismo penale costituisca un principio di crimina- lizzazione compatibile con gli assunti di fondo del pensiero liberale. Nell\u2019articolo si sostiene che, in realt\ue0, esso non costituisce un autonomo principio di criminaliz- zazione. Dopo aver distinto tra p. tutorio e p. dispotico, vi si mostra, innanzitutto, come il primo sia manifestazione del principio del danno. Anche il secondo, si sostiene, costituisce un finto avversario per il liberalismo: le incriminazioni che ne costituirebbero espressione o hanno un fondamento moralistico (e andrebbero perci\uf2 \u2018combattute\u2019 come forme di moralismo giuridico) oppure sviluppano, anche esse, la stessa logica del principio del danno. In realt\ue0, \ue8 proprio quest\u2019ultimo a costituire, ai fini di una giusta criminalizzazione, un fondamento assai pi\uf9 incerto di quanto non credano gli antipaternalisti. Vi si propone poi una critica del concetto di \u2018p. indiretto\u2019, e della visione \u2014 inadeguata \u2014 che esso presuppone dell\u2019istituto del consenso dell\u2019offeso. Se ne trae la conclusione che la gran parte dei problemi ricondotti al \u2018p. penale\u2019 andrebbero pi\uf9 propriamente affrontati come parte della pi\uf9 generale discussione sul cosiddetto \u2018diritto a sbagliare\u2019.The compatibility between so-called penal paternalism and liberalism has been long discussed. The aim of this article is to show that p. p. does not actually represent an autonomous principle of criminalization. First of all, after having made a distinction between tutelary and despotic p., it is argued that the first one is nothing but a specific manifestation of the harm principle. As to the second, it is argued that struggling with it is a kind of shadow-boxing: criminal norms usually seen as tokens of it are instead expressions either of legal moralism (and should be dealt with as such) or (as is for tutelary paternalism) of the harm principle. In these last cases, the problem is that the harm principle itself is a far less stable ground for criminalization than antipaternalists seem to believe. Moreover, the article provides a critical account of the antipaternalists\u2019 view on consent. The conclusion is thereby drawn that what in fact the debate on p. p. calls for is a thorough discussion of whether individuals have a \u2018right to do wrong\u2019 (even when this \u2018wrong\u2019 consists in self harming)

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