Analisi sulle difformità dei percorsi formativi degli specializzandi di Igiene e Medicina Preventiva in Italia: le scuole di specializzazione sono in grado di formare pienamente gli specialisti in Sanità Pubblica del futuro?

Abstract

Introduzione Il percorso formativo dello specialista in Igiene e Medicina Preventiva dovrebbe garantire adeguate conoscenze tecnico-scientifiche e professionali nei campi della medicina preventiva, della promozione della salute e della programmazione dei servizi sanitari secondo quanto indicato anche dal DM 285/2005. La Consulta degli Specializzandi, da sempre coinvolta in attività di monitoraggio della formazione a livello nazionale, si prefigge l'obiettivo di valutare l'omogeneità delle proposte formative tra le diverse sedi italiane, non solo per segnalare le criticità, ma anche per evidenziarne le opportunità. Materiali e Metodi Lo studio, di tipo cross-sectional, è stato condotto mediante la somministrazione di un questionario semi-strutturato inviato per la compilazione ai rappresentanti di tutte le Scuole di Igiene e Medicina Preventiva italiane. Lo strumento di valutazione è costituito da quattro sezioni: informazioni generali, attività formativa universitaria, attività formativa extra-universitaria, attività formativa intersettoriale. L'indagine è stata svolta nel periodo tra marzo e maggio 2013 ed è stata prodotta un'analisi descrittiva dei dati ottenuti. Risultati Il questionario è stato compilato da 28 Scuole su 33, distribuite su tutto il territorio nazionale. Il numero di iscritti varia tra 7 e 31 e il rapporto tra docenti del settore scientifico-disciplinare e medici in formazione è compreso tra 0,2 e 2. Per quanto riguarda la didattica, solo in 4 Scuole si effettuano tutti i corsi previsti dal DM. La maggior parte delle sedi svolge almeno il 75% dei corsi previsti, ma esistono sedi in cui il numero di corsi è inferiore al 50%. La maggior parte delle Scuole svolge più del 60% delle attività professionalizzanti essenziali secondo il decreto, ma 2 Scuole non arrivano al 50%. Tutte le Scuole prevedono un tirocinio di 6-12 mesi in ASL, per affiancare principalmente le attività del Dipartimento di Prevenzione. Ovunque è previsto un periodo in Direzione Medica Ospedaliera, mentre le Strutture Riabilitative rientrano raramente nella rete formativa. Nella maggioranza delle Scuole è possibile frequentare aziende con rischio biologico oppure seguire simili attività nei Servizi dedicati della ASL. Molte Scuole, infine, consentono di frequentare diverse strutture territoriali (Agenzia di Controllo delle Acque), regionali (Assessorati) o statali (Ministero, Istituto Superiore di Sanità); in alcuni casi si tratta di Università gemellate e Istituti di Ricerca. Discussione La maggior parte delle Scuole di Specializzazione italiane prevedono lo svolgimento della quasi totalità delle attività formative previste, ma l'organizzazione risulta estremamente eterogenea. In generale emerge una certa flessibilità relativamente alle strutture che gli specializzandi possono frequentare e ai tempi di permanenza, essendo sufficienti nella maggior parte dei casi gli accordi con i tutor. D'altra parte, l'assenza di un tirocinio strutturato non solo costituisce un punto di difformità tra le diverse Scuole, ma rischia di creare diseguaglianze tra specializzandi di una stessa Scuola. Infine, considerato che gli item valutati indagavano aree chiave della formazione, va notato che in alcune sedi non viene effettuata neanche la metà delle attività didattiche e pratiche. La Consulta degli Specializzandi continuerà il monitoraggio della formazione, ponendo particolare attenzione alle possibili discrepanze tra i piani didattici delle Scuole e quanto effettivamente svolto da ogni singolo specializzando

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