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Il transito del diritto penale di fonte europea dalla "vecchia" alla "nuova" Unione post-Lisbona.Considerazioni a partire dalla nuova direttiva in materia di inquinamento cagionato da navi

Abstract

L\u2019adozione della Direttiva 2009/123/CE relativa all\u2019introduzione di sanzioni penali per l\u2019inquinamento provocato da navi, oltre a rappresentare l\u2019ultimo atto della complessa opera interpretativa compiuta dalla giurisprudenza europea sulla questione del riparto di competenze in materia penale tra il terzo pilastro dell\u2019Unione ed i pilastri comunitari, fornisce altres\uec l\u2019occasione per un\u2019analisi delle prospettive del diritto penale di fonte europea, nel momento del transito dell\u2019Europa dal vecchio al nuovo assetto istituzionale, dopo la riforma dei Trattati attuata a Lisbona. In specie, tale direttiva offre lo spunto sia per valutare il \u201cdestino\u201d cui saranno soggetti gli atti normativi a contenuto penale adottati dall\u2019Europa prima della riforma, sia per analizzare le prospettive del diritto penale di fonte europea, sotto il profilo della conformit\ue0 dello stesso ai principi fondamentali tanto dei diritti penali nazionali, quanto dello stesso ordinamento comunitario. Su tale versante, le nuove disposizioni istituzionali sembrano concedere significativi spazi di azione per una corretta attuazione del principio di sussidiariet\ue0 penale e per un rafforzamento della legalit\ue0 penale in sede europea. Appare invece pi\uf9 problematica la questione dell\u2019osservanza del principio di coerenza, divenuta di importanza cruciale a seguito dell\u2019attribuzione all\u2019Unione del potere di stabilire non soltanto i requisiti minimi costitutivi degli illeciti penali, ma anche la species ed il quantum delle correlative sanzioni

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