Il mosaico dell’Euphorbia x lomii

Abstract

Alla vasta famiglia delle Euphorbiaceae appartengono numerose specie ed anche ibridi molte delle quali arbustive come E. milii (sin. E. splendens) e l’ibrido E. x lomii, alquanti simili tra loro. Si tratta di piante ornamentali semisucculente con base legnosa (E. milii è originario del Madacascar), chiamate anche “corona di Cristo”, probabilmente a causa della presenza di spine e “fiori” di colore rosso che evocano le gocce di sangue. Recentemente, soprattutto in Sicilia, e specificatamente nel ragusano, sono iniziate molteplici attività di selezione riguardanti alcuni arbusti spinosi quali E. x lomii e E. milii. Il caso patologico che presentiamo sottolinea ancora una volta come l’introduzione in Italia di materiale di propagazione non controllato dal punto di vista sanitario possa dare origine a coltivazioni infette da virus con conseguenti rischi dal punto di vista produttivo, economico ed epidemiologico. Il materiale di propagazione I primi studi di tipo agronomico-colturale sono stati effettuati partendo da talee di E. x lomii importante da aziende vivaistiche della Tailandia, Paese in cui vi è da sempre una grande disponibilità di varietà ed ibridi con differenti caratteristiche morfologiche e di adattabilità climatica su cui operare. Si è cercato quindi, come accennato, di selezionare le varietà maggiormente interessanti per il mercato nazionale da proporre sia ai produttori di piante in vaso fiorite del sud Italia, sia ai “consumatori” desiderosi di alternare a pelargoni e Surfinie, specie altrettanto decorative ma maggiormente resistenti in zone calde, soleggiate e spesso e siccitoso. Le talee importate sono state poste a radicare, e quindi messe in coltura (sperimentando opportunamente la concimazione, i parametri ambientali, i trattamenti contro le principali avversità parassitarie, ecc.) fino all’ottenimento di piante fiorite da mettere in produzione presso le singole Aziende, o da utilizzare come piante-madri per il taleaggio. E’ stata anche sperimentata la micropropagazione al fine di migliorare il portamento (ad esempio, maggiormente cespuglioso) e la fioritura (più abbondante e persistente con tendenza alla rifioritura nelle diverse stagioni dell’anno), nonché il numero di talee ottenibili da un singolo individuo (superiore a 3 o 4). Reperimento dei campioni - Nel mese di maggio-giugno 2008, in alcune Aziende della provincia di Palermo si sono verificati alcuni casi di “Mosaico”. In una di queste, in particolare, la malattia coinvolgeva esclusivamente una varietà a fiore rosa corallo di E. x lomii Le altre, presenti nella medesima serra, erano invece asintomatiche. Il “Mosaico” si presentava sotto forma di una maculatura o screziatura sui fiori ed anche sulle foglie. La totalità delle piante di questa varietà appariva sintomatica tanto da fare supporre non solo la presenza di un virus, ma che all’origine dell’infezione vi fosse la propagazione per talea a partire da piante-madri già infette. Per verificare questa ipotesi sono state effettuate opportune indagini virologiche. Indagini virologiche - Da un primo esame visivo, i sintomi di “Mosaico” sono stati diagnosticati quali tipici dell’infezione dal virus del mosaico della Poinsettia (poinsettia mosaic virus: PnMV). Non si è però escluso che altri virus, che normalmente infettano specie del genere Euphorbia potessero essere coinvolti. I test molecolari hanno però dato esito negativo per tutti i virus indagati. Il succo fogliare estratto dai campioni sintomatici di E. x lomii è stato osservato al microscopio elettronico Philips CM10 (tecnica del leaf-dip). Dalle osservazioni, è stato possibile verificare la presenza di particelle virali rotondeggianti, alcune “vuote”, tipicamente riferibili a PmMV. Al fine di confermate l’infezione da questo virus, è stata applicata la tecnica immunoenzimatica DAS-ELISA utilizzando un siero policlonale specifico, che ha dato esito positivo

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