Legalità e pensiero mafioso: una ricerca pilota nel contesto scolastico.

Abstract

In questo studio sul pensiero mafioso, che si pone in continuità con altri lavori (Lo Verso, 1998; Lo Verso et al. 1999; Lo Verso, Lo Coco, 2003; Giorgi et al., 2009), si è scelto di focalizzare l'attenzione sulla scuola come contesto simbolo dell’ingresso e della convivenza nello spazio pubblico. Il campione della ricerca è costituito da studenti delle scuole elementari, medie e superiori di alcuni centri in provincia di Palermo. Dai dati raccolti emerge una concezione di legalità che si riduce al semplice rispetto delle norme, rivelando un tipo di pensiero dogmatico che intrattiene stretti rapporti col fondamentalismo mafioso. Anche l'atteggiamento nei confronti dell'agire politico è caratterizzato da una certa rigidità che fissa le istituzioni pubbliche ad un ruolo quasi esclusivamente assistenzialista, secondo una dinamica relazionale di cultura materna tipica del pensiero mafioso. Il ritiro dallo spazio pubblico e la delega della funzione politica creano un progressivo distanziamento psichico che connota, in maniera paranoide, l’agorà della vita sociale come un mondo cattivo e fa percepire la presenza mafiosa come connaturata al territorio. Lo spazio sociale della scuola rappresenta comunque, a nostro parere, un luogo elettivo per l'intervento clinico soprattutto attraverso l'uso di gruppi di elaborazione clinico-sociale

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