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Prospettive e limiti dell'Economia quantitativa

Abstract

L'economia politica è, tra le scienze umane, quella che maggiormente sperimenta l'attrazione verso i metodi quantitativi e in particolare verso la matematica e la statistica. Recentemente questa attrazione si è fatta ancor più forte che in passato, al punto che non è raro trovare, tra gli economisti, dei teorici che amerebbero vedere l'economia considerata come un ramo della matematica applicata. Ma sarebbe davvero utile convogliare l'economia tra le scienze naturali o addirittura spingerla al ruolo di un ramo della matematica applicata? Una attenta riflessione porta ben presto alla constatazione che il rapporto tra economia e matematica è molto più complesso di quanto possa sembrare a prima vista. L'autore sottolinea che ci sono almeno quattro caratteristiche che differenziano l'economia politica dalle scienze naturali: l'oggetto di studio; la finalità della ricerca economica, tesa ad influenzare l'oggetto di studio; la sua caratteristica di disciplina per certi aspetti positiva e per altri aspetti normativa; il coinvolgimento dei giudizi di valore. Per illustrare queste differenze e inquadrare la dimensione autonoma dell'economia politica, l'autore ricorre ad una rassegna critica delle opinioni di alcuni economisti di rilievo, che hanno dedicato contributi all'argomento qui in discussione. Specifici riferimenti vengono fatti a Marshall, Keynes, Hicks, Morishima e - tra gli economisti maggiormente presenti nelle nostre discussioni - a Sraffa e Sen, ai quali ultimi l'autore si sente più vicino.Prices, Values, Equilibrium, Mathematics and economics, Sraffa, Debreu, Limits, of mathematical methods

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