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Costi di agenzia e diritti di proprietà: una premessa al problema del governo societario.

Abstract

La letteratura teorica ed empirica sul tema della corporate governance trova i presupposti in due principali filoni di indagine: quello dell’impresa, vista al suo interno, ed individuata come rapporto di agenzia, una diretta filiazione del contributo di Berle e Means, e quello dell’impresa esaminata nei suoi confini esterni, come principio di autorità, nella natura colta da Coase e poi sviluppata nella teoria dei costi di transazione e dei diritti di proprietà di Grossman, Hart e Moore. Nel lavoro che segue si ripresentano per linee generali alcuni dei temi che si sono sviluppati dalle due diverse concezioni. Il primo, quello che individua l’impresa come insieme di contratti, viene riesaminato nella sezione 2. In tale sezione si considerano, inoltre, le implicazioni in termini di struttura finanziaria dell’impresa, analizzando il ruolo svolto dai costi di agenzia (Jensen e Meckling), dal problema della segnalazione in un contesto di asimmetrie informative (Myers Majluf), e dalla presenza di benefici privati manageriali non trasferibili (Aghion e Bolton). Nella terza sezione si esaminano, invece, le caratteristiche principali ed i nessi tra teoria dei costi di transazione e dell’impresa basata sui diritti di proprietà. Nella quarta sezione conclusiva si propone un primo bilancio e si individuano alcuni temi e problemi attualmente oggetto di ricerca. In particolare si sottolinea la necessità di una nuova teoria dell’impresa capace di incorporare al suo interno l’approccio agente –principale e quindi di configurarsi anche come teoria della governance societaria. A questa nuova teoria può concorrere una ridefinizione del ruolo svolto dall’investimento specialistico in capitale umano, come arricchimento della letteratura basata sui diritti di proprietà dei soli assets fisici. Si rimanda, infine, all’appendice per la trattazione analitica dei principali modelli esaminati.

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