Il cancro gastrico (CG) rappresenta il quarto cancro per incidenza e la seconda causa di morte legata a neoplasia nel mondo, con oltre 930.000 nuovi casi e 700.000 morti all'anno. Nel mondo l'incidenza del CG varia considerevolmente con livelli massimi in Giappone, Cina e Russia, e minimi livelli in Australia e America del Nord. L'Italia si colloca in una zona intermedia con un'incidenza più elevata nelle regioni centro-settentrionali. La chirurgia è ancora l'unica terapia curativa per il cancro gastrico ad estensione loco regionale. A tal proposito è importante ottenere margini liberi da infiltrazione neoplastica anche microscopica (R0) ed effettuare un'adeguata dissezione linfonodale. Purtroppo nella maggior parte dei casi si giunge alla diagnosi di cancro gastrico quando la malattia neoplastica è ad uno stadio localmente o diffusamente avanzato. Inoltre, anche quando è possibile realizzare una resezione con intento curativo è frequente osservare recidive nei pazienti affetti da CG. Tali considerazioni hanno portato allo sviluppo di differenti schemi terapeutici al fine di ottenere un miglioramento prognostico di questi pazienti. In aggiunta agli schemi di chemioterapia adiuvante, ampiamente studiati, molti autori hanno riportato risultati incoraggianti con l'impiego della chemioterapia neoadiuvante nel cancro gastrico localmente avanzato descrivendo in diversi articoli un miglioramento in termini di sopravvivenza globale (OS) e sopravvivenza libera da malattia (DFS). Scopo di questa tesi è fornire una panoramica quanto più completa possibile sui più recenti sviluppi in questo campo, focalizzando l'attenzione sugli effetti del trattamento neo-adiuvante nel cancro gastrico localmente avanzato. I dati presenti in letteratura suggeriscono un effetto benefico della CT neoadiuvante sulla sopravvivenza. Dal 01/2010 al 06/2014, presso l'area funzionale di Chirurgia Generale ad indirizzo addominale (direttore Prof. Andrea Renda), sono stati reclutati 24 pz affetti da adenocarcinoma gastrico localmente avanzato. Tutti i pz sono stati sottoposti a trattamento chirurgico ed in 2 casi si è fatto ricorso anche alla terapia neoadiuvante, osservando in un caso progressione di malattia ed in un altro mancato downstaging, con ripresa di malattia entro un anno. A causa del ristretto campione la nostra esperienza non ha raggiunto livelli di significatività. Tale esperienza preliminare rappresenta un punto di inizio da cui partire con l'obiettivo di aumentare il campione in esame. Sono necessari ulteriori studi con popolazioni più ampie per chiarire i diversi punti ancora controversi, quali il reale effetto sulla sopravvivenza, il rischio di ritardo nel trattamento chirurgico, la tossicità degli schemi adottati, il migliore schema terapeutico da adottare